TREVISO - Botteniga al limite dello straripamento, fossi esondati, allagamenti in diverse zone della città, danni a garage e abitazioni. “Un quantitativo di pioggia tale in così poco tempo era destinato a causare inevitabilmente un forte stress per il nostro sistema di gestione delle acque meteoriche, e infatti così è stato”. Un evento meteorologico, quello di lunedì sera, improvviso e intenso, che ha sollevato non poche polemiche tra i residenti delle zone allagate. Il gruppo consiliare del Pd di Treviso, oltre a esprimere vicinanza e solidarietà ai cittadini colpiti dal nubifragio, punta il dito contro il Comune.

“È necessario chiaramente fare chiarezza su quanto poteva essere già evitato. Chiediamo quindi che nel consiglio comunale previsto lunedì prossimo l’assessore Zampese relazioni in maniera dettagliata sullo stato delle manutenzioni sul territorio comunale, in particolare modo sulla pulizia delle caditoie, la manutenzione e la pulizia dei fossi e le altre azioni intraprese per gestire il deflusso delle acque. Vogliamo essere certi che tutto quanto il necessario stia venendo fatto e valutare l’impatto che hanno avuto scelte come il tombinamento di fossati nelle aree più colpite”.

“Una cosa è certa: quanto avvenuto è prima di tutto causa dei drammatici cambiamenti climatici che il nostro pianeta sta vivendo a causa delle attività umane. Tali cambiamenti impongono a chi amministra ad ogni livello la presa d’atto che ragionare in termini di eccezionalità non è più possibile”, aggiunge il gruppo democratico di Treviso.

“Al Comune di Treviso serve, oltre che un’ordinaria manutenzione sempre attenta, una strategia complessiva di adattamento ai cambiamenti climatici che al momento manca, a differenza di altre città". “Il contrasto al consumo e alla impermeabilizzazione del suolo non può più essere una promessa lasciata sulla carta. Come Partito Democratico denunciamo da tempo la grave condizione del nostro territorio su questo versante, e con la prossima variante al Piano degli Interventi avanzeremo proposte puntuali e determinate non solo a fermare la cementificazione e nuove lottizazioni, ma anche ad estendere un vero piano di rinaturalizzazione delle superfici che ad ora non sono in grado di assorbire acqua”.

La cementificazione incontrollata è certamente un’aggravante per questo tipo di eventi anche per Legambiente Treviso: “L’ennesima alluvione è direttamente legata anche alla cementificazione incontrollata degli ultimi anni, che non si intende interrompere. Nuove lottizzazioni, nuove strade e tombinamenti, interventi spesso realizzati in aree inadatte, hanno ridotto drasticamente la capacità del suolo di assorbire l'acqua piovana, contribuendo a inondazioni improvvise e sempre più frequenti".

"La mancanza di una pianificazione territoriale adeguata e di misure preventive da parte di Governo, Regione e molte amministrazioni locali, ha aggravato ulteriormente la situazione, rendendo il territorio vulnerabile agli eventi meteorologici che – ormai dovrebbe essere evidente a tutti – sono e saranno sempre più intensi e ricorrenti. È urgente un intervento politico a più livelli volto a tutelare un territorio fragile come il nostro e a limitare il consumo di suolo, tra le cause della crisi climatica, imputabili anche alle eccessive emissioni di gas climalteranti e quindi combustibili fossili per traffico e industria, allevamenti e agricoltura intensivi, deforestazione”.

“L'avvio di iniziative come la creazione di un Parco delle Risorgive e l'attivazione di contratti di fiume e di bacino, già sollecitati da Legambiente Treviso assieme a numerose associazioni del territorio, diventano sempre più urgenti per arrestare la cementificazione lungo i corsi d'acqua e restituire a questi ultimi il necessario spazio naturale”.

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