Marco Dus, il "rottamatore" vittoriese, alla Leopolda
Il vice-segretario del Pd non ha dubbi: "Per cambiare Vittorio? Bisogna vincere (in stile Renziano)"
VITTORIO VENETO - Si è conclusa a Firenze, la terza kermesse di Matteo Renzi, da tempo enfant prodige del Partito Democratico, il "rottamatore" della prima ora, una categoria da lui stesso in seguito "rigettata", venuto alla ribalta nelle primarie del 2012 come un buon secondo, dietro a Bersani. Oggi è uno dei quattro sfidanti, insieme a Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella. Ma i pronostici della vigilia sono tutti a suo favore.
Nella provincia di Treviso si è fatto "vedere" come grande estimatore di Giovanni Manildo, che sicuramente deve qualcosa a Renzi per la sua elezione a Sindaco di Treviso. Sulla scia di Renzi è nata a Treviso una Associazione "non ufficiale", che ha fatto suo uno dei suoi slogan preferiti, contestualizzandolo in "Adesso Marca!". Anche dal territorio trevigiano sono scesi alcuni suoi sostenitori, tra i quali Marco Dus (in foto), quasi trentenne, che, dopo l'investitura della vice-segreteria del Circolo PD di Vittorio Veneto, è sceso a Firenze, per partecipare ai lavori conclusivi.
Lasciamo da parte il messaggio di Renzi, fatto circolare su tutti i media nazionale, entro cui spicca il suo grande desiderio di arrivare, il prima possibile, alla riforma della legge elettorale, che elimini il porcellum a favore di una nuova legge, che, comunque, sulla falsariga delle elezioni comunali, sia in grado di individuare il vincitore delle prossime elezioni politiche, al termine dello spoglio, come avviene per i sindaci. A Marco Dus, uno dei promotori di "Adesso Marca", abbiamo chiesto il senso della "Leopolda".
"Rispondo subito che non è solo una vecchia stazione ferroviaria messa a nuovo. Non è neppure una specie di Woodstock moderna. Credo non sia possibile paragonare la Leopolda a qualcosa di già visto, perché in realtà è un'esperienza che si innova e si rinnova di volta in volta, un appuntamento che attiene maggiormente alla categoria del futuro che a quella del passato. Partecipare alla Leopolda è dunque come immergersi in una dimensione extra-moenia ed extra-territoriale anche se tutto, compreso l'accento di chi ti accoglie, ti ricorda Firenze. Alla Leopolda si respira la voglia di far politica condividendo. Mi impegnerò a portare una sana innovazione in "stile Renziano" anche a Vittorio Veneto.
“Mi impegnerò a portare una sana innovazione in "stile Renziano" anche a Vittorio Veneto.
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L'importante, si sa, è partecipare. Ma per cambiare L'Italia e Vittorio non è più sufficiente perdere bene; bisogna fare qualcosa in più: vincere".
Per chiudere, gli abbiamo chiesto di ricordarci qualcuno degli slogan, che hanno campeggiato alla Leopolda e qualche altra curiosità e ci ha accontentato in questo modo: "Signora, noi parliamo di futuro, per questo non parliamo di Berlusconi" "la sinistra deve cambiare le cose. La sinistra che non cambia altrimenti si chiama destra!"; "Chi fa l'imprenditore e crea posti di lavoro oggi è un eroe"; "Sei di sinistra, se crei un posto di lavoro in più, non in meno"; "Noi crediamo nella politica e per crederci bisogna essere concreti, come un amministratore: diamoci 4 punti da controllare"; "C'è o non c'è la volontà di superare il bicameralismo perfetto?"; "Ora basta, via le province. Non è mica un dramma"; "Qualche politico in meno, qualche speranza in più. Non è un dramma se qualcuno torna a lavorare". C'è poi un messaggio che con la celebre canzone di Domenico Modugno ha catturato anche qualche anziano: "Penso che un sogno così non ritorni mai più!"