MORIA DI UCCELLI, CONEGLIANO COME L’ARKANSAS
Una ventina di volatili trovati misteriosamente morti in via Veneto
| Milvana Citter |
CONEGLIANO – Moria di uccelli in una via del centro. Strano fenomeno che ricorda quelli recenti accaduti in Arkansas, Svezia e nella città italiana di Faenza. Scattano subito gli esami per escludere nuovi fenomeni di influenza aviaria.
Oltre una ventina di esemplari di tortore, merli e storni sono stati trovati morti nelle adiacenze di un condominio nella centralissima via Veneto. In due solo giorni, i condomini si sono ritrovati con le carcasse dei piccoli volatili a terra e si sono preoccupati. Nessun segno sui corpi degli animali, fa pensare che siano stati colpiti da qualcosa, vista anche la posizione del condominio lontano dai campi battuti dai cacciatori.
Un episodio che riporta subito la mente a quelli che, nei giorni scorsi si sono verificati in molte zone del mondo: prima in Arkansas negli Stati Uniti dove si è registrata una grave moria di merli, poi in Svezia e in Italia a Faenza dove i decessi simultanei hanno interessato le tortore. Fenomeno tuttora inspiegabili per gli esperti che, al momento, sembrano orientati a pensare che la causa vada ricercata in qualche agente inquinante con cui i volativi sono entrati in contatto.
E intanto la preoccupazione cresce. L’amministratore del condominio coneglianese ha subito allertato il servizio veterinario dell’Usl 7 che ha immediatamente disposto la raccolta degli uccelli morti per eseguire i dovuti accertamenti.
“E’ un fenomeno – spiega Antonio Brino, responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’Usl 7 -, che non può che creare preoccupazione visto il numero degli uccelli morti e la rapidità con cui si è presentato il fenomeno. Ovviamente appena avuta la segnalazione abbiamo attivato ciò che prevedono le linee guida regionali emanate a seguito dell’influenza aviaria del 2008 e quindi abbiamo proceduto con la raccolta delle carcasse che saranno ora analizzate”.
Un primo esame autoptico sarà eseguito a Treviso, successivamente i campioni prelevati saranno sottoposti ad analisi nel centro regionale all’Istituto Zooprofilattico di Legnaro. Analisi, i cui risultati non saranno disponibili prima di una decina di giorni, che dovranno chiarire se ci troviamo di fronte ad una nuova ondata di influenza aviaria: “Nulla ci induce a pensare che possa essere questo – conclude Brino -, visto che non si segnalano casi né di alta né di bassa potegenicità. In attesa degli esami, a livello di ipotesi, ritengo che i volatili possano essere morti per una forma virale o per aver ingerito qualche sostanza tossica beccata chissà dove. Comunque aspettiamo gli esami per fare tutte le valutazioni del caso”.