Morto sul lavoro a Cessalto, indagato il legale rappresentante dell'azienda
Nel frattempo l'autopsia è stata fissata al 21 dicembre: l’operaio, 43 anni, di origini albanesi ma da tempo residente a Cessalto, è morto asfissiato durante la manutenzione di una cisterna per il vino
| Angelo Giordano |
CESSALTO - Il Pubblico Ministero della Procura di Treviso dott.ssa Barbara Sabattini, titolare del procedimento penale per l’ennesima morte bianca, quella di Dritan Mecaj, l’operaio di 43 anni deceduto mercoledì 14 dicembre nell’azienda agricola vitivinicola Corvezzo Winery di Cessalto, ha iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo il legale rappresentante della società, Giovanni Corvezzo, 41 anni, di Oderzo: un atto dovuto anche per consentirgli di nominare eventuali consulenti di parte per gli accertamenti tecnici non ripetibili. Il Sostituto Procuratore, infatti, ha disposto anche la perizia autoptica sulla salma del lavoratore, di origini albanesi ma residente da oltre vent’anni a Cessalto, e da altrettanti dipendente della Corvezzo, per stabilire le cause del decesso e confermare il nesso di causa con l’attività di manutenzione dell’autoclave svolta dalla vittima.
Mecaj sarebbe morto per asfissia a causa delle esalazioni di residui di vino presenti all’interno di un silos che stava pulendo. L’incarico sarà conferito mercoledì 21 dicembre 2022, alle ore 10, negli uffici della Procura della Marca, al medico legale Antonello Cirnelli, che poi procederà a seguire con l’esame. Alle operazioni peritali parteciperà, come consulente tecnico di parte, anche il medico legale dott.ssa Alessandra Rossi messa a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso l’area manager veneto Riccardo Vizzi, si sono rivolti per essere assistiti, fare piena luce sulla tragedia e tutte le responsabilità e per ottenere giustizia, i familiari del lavoratore, che ha lasciato in un dolore immenso la moglie, un figlio di soli 11 anni e cinque fratelli, due dei quali residenti a Motta di Livenza, sempre nel Trevigiano, gli altri tre in Albania.
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