"Nello stato in cui siamo, tornare a febbraio era l'unica soluzione"
Il cambio di rotta continuo non aiuta, secondo la prof.ssa Sandra Messina, dirigente dell' Artistico di Treviso. Che per gli esami di maturità non vede male la formula dell'anno scorso
TREVISO - Mai come in questi pandemici tempi i dirigenti scolastici hanno usato tanto la gomma. Imbastiscono piani, abbozzano orari, regolano ingressi. Poi ecco che plana il Dpcm del Governo o l’ordinanza del Governatore. E allora cancella tutto. Punto e a capo. La prof.ssa Sandra Messina dirige il Liceo artistico di Treviso che proprio nelle settimane scorse ha festeggiato il suo cinquantesimo compleanno.
Condivide la scelta compiuta dalla Regione di tenere chiuse le scuole superiori fino al 31 gennaio?
Tutti noi del mondo della scuola auspichiamo la presenza al 100% dei nostri studenti e ci siamo preparati a farlo nel migliore dei modi ma in questo specifico momento di gravità per la situazione epidemiologica, nelle condizioni attuali che continuano ad essere di emergenza, sentito il parere dei medici e dei tecnici, credo che la sofferta scelta di tenere chiuse le scuole superiori sia l'unica percorribile.
Ma la scuola non rischia di essere la più penalizzata, visto che non chiuderanno anche altre attività come invece sarebbe necessario per bloccare seriamente la curva dei contagi?
Ci deve essere una visione di sistema; chiudere attività che possano essere contingentate e soggette a controlli preventivi come le entrate ai musei non influisce nel sistema scuola. Le varie altre attività sono già chiuse o comunque regolamentate, siamo già incasellati nei vari colori giallo, arancione, rosso. Cosa fare più di così? Probabilmente la strada per uscire è continuare a far leva sul senso civico personale e di responsabilità nell'affrontare quotidianamente la propria giornata osservando le regole che ci vengono chieste. E certamente una buona programmazione che non subisca modifiche ogni settimana non guasterebbe, il cambio di rotta continuo non aiuta.
Studenti e famiglie lamentano un “disagio psicologico”’ per mancanza di relazioni? Ravvisa anche lei questo tipo di reazione alla prolungata chiusura degli istituti superiori?
Non siamo ancora preparati ad effettuare attività a distanza che possano "unire"; la presenza in questo senso è irrinunciabile. Il liceo artistico, grazie all'appoggio dei docenti, ha favorito la frequenza in presenza, fino al 23 dicembre, dei laboratori e delle materie di indirizzo da otto a undici ore alla settimana, quindi per quasi un terzo dell'orario complessivo. Ciò ha aiutato sicuramente anche nelle relazioni i nostri studenti e comunque la presenza di uno sportello curato da uno psicologo professionista sta accompagnando situazioni di difficoltà per preparare ad affrontare al meglio incertezze e prolungate chiusure che si stanno prospettando.
La macchina organizzativa per il rientro è comunque pronta?
Assolutamente sì ma la sicurezza e la salute devono essere garantite.
Per gli esami di Stato che cosa auspica?
Il modello degli esami di Stato proposto l'anno scorso è generalmente piaciuto sia agli studenti che ai docenti e se non dovessimo tornare in presenza a breve è una esperienza da riproporre. In tal senso alcuni nostri studenti si sono espressi con dei rappresentanti del Ministero.