Ninallegra: vacche e capre felici in quel di Cornuda

I formaggi di Cristina, dalla filiera “di famiglia”

| Sara Armellin |

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CORNUDA - Quattro fratelli, uniti nella vita e nel lavoro: questi sono Emanuele, Cristina, Paolo e Alberto Noal, che in quel di Cornuda portano avanti, insieme al padre Franco e con il supporto logistico di mamma Maria, l’attività agricola di famiglia. Allevamento e agricoltura: tutto parte da qui e dalla terra dei nonni Aldo e Ines, che in questo lembo di terra, solcato dalle fresche canalette della Piave, hanno sempre avuto campi e bestie.

Da lavorare ce n’è per tutti e nessuno si è mai tirato indietro: le vacche vanno seguite 365 giorni all’anno, ancora di più se si hanno 35 ettari di campi tra fieno, mais e cereali per alimentarle. I figli sono venuti su tra stalla e muggiti, giocando con i vitelli e imparando a memoria i nomi delle mucche. Che qui dai Noal fanno proprio bella vita: le stalle, arieggiate e ben pulite, profumano di fieno. Lo spazio non manca e nemmeno l’equilibrio tra modernità e tradizione: nel 2020, supportati da un contributo dal Piano Sviluppo Rurale, i Noal hanno ampliato la stalla costruendone una di ultima generazione, con robot per la pulizia e per la mungitura automatica.

Le bovine accedono alla sala mungitura liberamente, grazie a un microchip a collare che apre loro la porta e un avvenieristico robot che le munge, massimizzando l’igiene e l’efficienza, nonché permettendo a 4 fratelli di risparmiare un bel po’ di tempo per meglio dedicarsi alla stalla tradizionale, dove si prendono cura delle mucche non in lattazione. E, da un po’ di anni, anche di una dozzina di capre, che Cristina ha così fortemente voluto introdurre in azienda, che se ne occupa esclusivamente lei: da esse ricava prezioso latte che trasforma in semplici e genuini formaggi nel piccolo laboratorio PPL da poco aperto nel capanno davanti casa.

Qui, secondo la disponibilità e la stagione, si possono trovare formaggi freschi o mediamente stagionati, principalmente ottenuti da latte caprino, ma anche con qualche aggiunta di latte vaccino. Il banco frigo per il momento è piccolo e Cristina sta misurando l’impegno e le sue attitudini casearie con la gestione dell’operatività di stalla, dove ama lavorare a fianco dei suoi fratelli. Se andrete a trovarla nel pomeriggio, sarà ben felice di vendervi i formaggi da lei realizzati: dare fiducia a questi ragazzi attraverso la valorizzazione dei loro progetti agricoli è anche un modo per contribuire al mantenimento di questi modelli di business, delicati e potenti quanto un sogno, in grado di poter continuare se sorretti da un ritorno di mercato.

 



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Sara Armellin

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