EDILIZIA SCOLASTICA: CHE DISASTRO!
Un problema che necessita d'essere risolto sempre più urgentemente riguarda l'edilizia scolastica.
Debora Da Dalt
Un problema che necessita d'essere risolto sempre più urgentemente riguarda l'edilizia scolastica.
Nei giorni scorsi (12 ottobre 2009) sono crollati i soffitti delle due scuole elementari di Castello di Godego e di Godega di Sant'Urbano; l'anno scorso al liceo "Darwin" di Rivoli un 17enne fu schiacciato da un pezzo di controsoffitto crollatogli addosso; ad aprile del 2009 due ragazze vennero travolte da una finestra all'IPSIA di Conegliano...letteralmente un disastro!
Quello che indigna e preoccupa sia studenti che genitori, insegnanti e inservienti delle scuole, è che gli edifici pericolanti sembrano anche essere stati controllati prima dell'inizio dell'anno scolastico da delle apposite perizie. Ma di che tipo di perizia si è trattato, ci domandiamo noi, se poi dei bambini hanno rischiato di morire? Sicuramente devono esserci degli accertamenti e severi controlli contro chi non ha svolto adeguatamente il proprio lavoro.
In quest'ultimo anno non sono stati assolutamente pochi gli articoli scritti riguardo i problemi dell'edilizia scolastica: ad Asolo ci sono stati tentennamenti per la costruzione di una scuola all'avanguardia in fatto di bio-edilizia (settembre 2009); a Castelfranco gli studenti del liceo Giorgione hanno fatto sentire la loro voce poiché la struttura che gli accoglieva soffriva carenze infrastrutturali da non sottovalutare (dicembre 2008); all'alberghiero di Castelfranco si fece lo stesso (novembre 2008)...
Com'è possibile studiare tranquilli se c'è il rischio che la propria scuola cada da un momento all'altro? Tutti sanno benissimo come le scuole straniere dell'Europa più avanzata siano completamente diverse dalle nostre italiane: strutture nuovissime, esteticamente apprezzabili, palestre ottime, laboratori per ogni materia... Noi non chiediamo di avere degli hotel a cinque stelle, ma perlomeno edifici che restino integri!
Questo è la dimostrazione di un sistema mal funzionante? Se non ci sono soldi da dedicare all'edilizia scolastica, ciò vuol dire che la scuola in generale è poco considerata dalle amministrazioni provinciali, regionali, nazionali? La risposta pare venire da sè, date le innumerevoli polemiche avvenute in fatto di fondi da destinare all'istruzione e al personale scolastico.
Queste supposizioni, però, paiono essere smentite da un'intervista fatta l'anno scorso a Muraro (novembre 2008), il quale ha affermato che i soldi per l'edilizia ci sono (ben 180 milioni in cassa), ma non si possono usare perché le amministrazioni pubbliche devono rispettare il patto di stabilità che impone un tetto massimo di spesa, indipendentemente da quello che c'è nelle casse di Comuni e Province.
Si torna, dunque, ai classici problemi di burocrazia? Di fronte ad una scuola pericolante, però non è possibile attuare delle misure speciali?
Ci viene detto che i soldi ci sono, ma non si possono usare. Ma se muore una persona non si diventa assassini? Lo stato, dunque, non è obbligato a creare le condizioni del buon vivere dei propri cittadini? In primis proprio nelle strutture pubbliche?
Debora Da Dalt