DROGA, ANCHE GLI SPACCIATORI PAGHERANNO LE TASSE
L'operazione della Guardia di Finanza consentirà all'erario di recuperare le tasse degli "illeciti proventi"
| Laura Tuveri |
Padernello - Aggredire il patrimonio dei malviventi dediti allo spaccio di droga, in questo caso, ma anche di chiunque commetta truffe e, comunque, faccia guadagni a seguito di attività illecite. Sarà questo - ha detto il col. Claudio Pascucci, comandante provinciale della Guardia di Finanzia - uno degli obiettivi dei finanzieri trevigiani che nell’ambito di un’operazione antidroga, oltre ad aver fatto finire in cella due persone, a denunciarne 16, per la prima volta, a Treviso, sono riusciti a far applicare la normativa, datata 1993, in materia di “tassazione dei proventi illeciti”.
Questo significa che i malviventi dovranno rispondere anche fiscalmente del proprio reato, alla stregua di un qualsiasi contribuente che abbia intascato ricavi “in nero”.in pratica versare all’ erario, con le sanzioni del caso, il ricavo dello spaccio: 60 euro circa su 200 mila euro derivante dall’attività di spaccio. Alcuni degli indagati hanno ricavato dallo spaccio anche oltre 40 mila euro l’anno “esentasse”.
In sostanza, chi ha tratto un guadagno dallo spaccio di droga in questione, verrà chiamato a rispondere. Tornado all’operazione che ha impegnato i finanzieri del Nucleo mobile della Compagnia di Treviso, è stato possibile scoprire un traffico di droga, fra Paese, Padernello di Paese e Quinto di Treviso che ha messo in luce centinaia di episodi di spaccio nei quali è stato movimentato un quantitativo di droga pari a circa 25 chilogrammi.
Sono finiti in manette, anche se ora sono agli arresti domiciliari M.F., il capo gang, operaio 24enne di Padernello di Paese, arrestato in flagranza poiché trovato in possesso di circa 60 grammi di sostanza stupefacente e M.H., operaio marocchino di 27 anni di Istrana, anch’egli arrestato in flagranza poiché trovato in possesso di mezzo chilo di hashish.
Al primo sono state complessivamente addebitate cessioni per 5,5 chilogrammi di hashish e oltre un etto e mezzo di cocaina, l’africano è invece ritenuto responsabile della cessione di più di 3 chili della medesima sostanza. Sono stati denunciati a piede libero 16 persone responsabili di aver spacciato consistenti quantità di sostanza stupefacenti e segnalati al prefetto circa 40 giovani assuntori, anche appena 18enni che da anni facevano uso di droghe.
Nel periodo dal 2008 al 2009, il giro complessivo è stato di circa 25 chilogrammi di hashish. La droga veniva smerciata, prevalentemente, al Quo Vadis, un bar di Padernello che su richiesta dei finanzieri, di cui ieri è stata disposta la chiusura per motivi di ordine pubblico, da parte del questore, per 15 giorni. Vi sono forti sospetti, in corso di accertamento, che il titolare fosse a conoscenza dello spaccio e che consentisse il consumo di droga nel locale.
Al operaio marocchino, oltre alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti è stata contestata anche la truffa ai danni dell’Inps in quanto ha inviato all’azienda presso cui lavorava un certificato medico per malattia, mentre si trovava ai domiciliari. L’operazione è iniziata nei primi mesi del 2009 con il fermo, nei pressi l’aeroporto Canova di M.F. Il giovane trevigiano è trovato in possesso di circa un etto di sostanza stupefacente tipo hashish.
Partendo da quell’episodio i finanzieri, coordinati dal pm Barbara Sabattini hanno avviato un’intensa attività di indagine che ha permesso di ricostruire una fittissima rete di spaccio localizzata. Nel corso degli accertamenti, grazie all’esecuzione di intercettazioni telefoniche che i finanzieri dicono essere “non solo necessarie, ma non sufficienti” e alla collaborazione dei numerosi “clienti” individuati, sono stati “isolati” diverse centinaia di episodi di spaccio, dall’hashish alla marijuana, dalla cocaina all’eroina, ascrivibili principalmente ai due soggetti arrestati.