Treviso - Lo scandalo dei finti poveri che sono assegnatari di alloggi Ater continua a suscitare indignazione, mentre si cerca di proporre ricette affinché tali ingiustizie vengano debellate una volta per tutte. Questa volta scende in campo lo Spi Cgil che chiede all’Ater di mettere in atto adeguate forme di controllo e di pensare al rilancio dell’edilizia popolare dedicata agli anziani meno abbienti. Italo Improta, responsabile politiche socio-sanitarie dello Spi Cgil Treviso pensa che siamo in presenza di “una vergogna, una gravissima sottrazione di risorse a chi sta peggio”.

Il sindacalista pensa sia necessario ripensare al sistema di attribuzione e controllo delle case popolari. “L’Ater deve smettere di muoversi da imprenditore immobiliare e cominciare a pensare alle vere necessità degli anziani, investendo in nuovi moduli abitativi a loro dedicati” ha detto Improta e lodando l’ottimo lavoro delle Fiamme Gialle trevigiane, guidate dal colonnello Claudio Pascucci, ha aggiunto :“E’ un episodio che offende direttamente le centinaia di anziani bisognosi di aiuto che vivono nella nostra Provincia.

Nel trevigiano sono centinaia, soli e stretti tra una pensione al di sotto dei 700 euro e un mercato degli affitti in costante crescita. Sono persone che non dispongono di una casa popolare, anche perché il patrimonio Ater è pressoché fermo da anni”. Il sindacalisti si chiede anche se, “in un momento in cui si parla tanto di necessità di rilancio dell’edilizia, perché non trovare il modo di agevolare la costruzione di moduli abitativi piccoli e con spazi in comune destinati agli anziani, tramite degli accordi tra Ater e Comuni?”.