Anna, una mamma “guerriera”, costretta a combattere per i diritti dei figli
Il dramma di una donna che ha due figli disabili ed ogni anno deve lottare con le unghie e con i denti per veder riconosciuto il diritto allo studio dei suoi bambini
TREVISO - Si dice, e giustamente, che ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Ce ne sono alcune però che dovrebbero poter essere conosciute e, nei modi in cui è permesso, condivise. Quella di Anna di Spresiano è la battaglia di una ex moglie e mamma di due bambini, Filippo e Maddalena, dieci e dodici anni, quinta elementare e seconda media. A scuola con il sostegno, dal primo giorno del primo anno. Per via della sindrome di Asperger, Filippo. E a causa di un disturbo dell’umore e della condotta, la sorella. Diagnosi mai accettate dal papà, che non vive più con loro; mentre Anna si è battuta sin dall’inizio, per la “104” e per l’assegno di accompagnamento.
Ma, a proposito di battaglia, “è per il sostegno a scuola che continuo a lottare, ogni anno, daccapo; è sempre la solita storia. E se Maddalena, insieme a una compagna di classe, condivide una docente di sostegno, “Filippo, delle 27 ore settimanali, dovrebbe trascorrerne 22 con un insegnante solo per lui. Invece anche quest’anno, a un mese e mezzo dall’inizio della scuola non si è visto ancora nessuno”. Sono le insegnanti di classe a doverlo seguire, con tutta la complessità della situazione. “Mio figlio vive un estremo disagio, i primi giorni si bagnava. Ieri mattina ho chiamato un’altra volta l’ufficio scolastico regionale: mi hanno risposto che al momento non sanno cosa dirmi”.
Anna di figli con svantaggio ne ha due, ma pensa a tutti gli altri genitori che vivono l’esperienza faticosa della disabilità. E non si capacita del perché, dopo aver rivendicato per tanti anni il diritto all’inclusione, i loro bambini debbano ancora essere considerati figli di un dio minore. “Filippo possiede un quoziente intellettivo nella media e con un adeguato sostegno potrebbe riuscire a fare davvero tanto”. Anna non si arrende, andrà avanti come ha fatto sinora. Sempre con il sorriso sulle labbra con il quale ci saluta. Dentro invece è colma di sofferenza.