A scuola mattina pomeriggio e sera
Per evitare affollamenti sui bus si prospettano turni in classe. I pareri di studenti presidi e sindacato
Dovessero i contagi aumentare esponenzialmente come lascia intendere il trend degli ultimi giorni, la scuola dovrà correre ai ripari. Pur se incolpevole: non è a scuola che ci si piglia il virus ma prima di arrivarci, in autobus affollati e spesso incontrollati. Paradossale sarebbe adesso pregare la scuola di risolvere il problema del trasporto pubblico, ricominciando magari a ripensare daccapo una riorganizzazione della didattica. Soprattutto dopo aver trascorso tutta l’estate, con le stesse società dei bus, a discutere e a convenire su entrate a scuola e uscite scaglionate.
Una piccola rivoluzione però sta prendendo corpo, con il doppio obiettivo di diminuire il carico dei bus e di salvare la didattica in presenza: la turnazione delle classi su tre fasce orarie, mattina pomeriggio e sera. La sensazione diffusa è che qualcosa, più presto che tardi, dovrà cambiare. Ma sulle soluzioni possibili la prudenza è d’obbligo, stando al parere di studenti, presidi e sindacati della scuola. Carlo Garzara, responsabile provinciale della Rete degli studenti medi: “Preferirei la didattica mista, in classe e a distanza; le tre fasce orarie potrebbero anche andare bene ma non dobbiamo dimenticarci che fuori dalla scuola gli studenti hanno anche una vita sociale e magari una attività sportiva, anche a livello agonistico. L’impegno a trovare soluzioni non manca da parte degli istituti, semmai dalla Regione, che prima ha spinto per la riapertura della scuola e neanche dopo un mese vorrebbe richiuderla, senza mettere a punto un piano sanitario”. Alessandro Rosi rappresenta invece gli studenti del Liceo-ginnasio “Antonio Canova” di Treviso: “La vedo piuttosto dura fare lezione pomeriggio e sera calcolando i lunghi tragitti che molti studenti devono fare provenendo anche da fuori provincia. La didattica a distanza, accompagnata da quella in presenza potrebbe essere una soluzione. Sicuramente la cosa migliore sarebbe potenziare i trasporti al mattino: basterebbero anche pochi mezzi forse, il problema verrebbe pressoché risolto, dato che comunque a scuola c’è sempre ordine e rispetto delle regole”.
La sua preside, la prof.ssa Mariarita Ventura non nasconde il problema: l’emergenza sanitaria si va aggravando e a qualcosa bisognerà pensare, con flessibilità. Per garantire la scuola in presenza al “Canova” ha preso in considerazione le diverse opzioni e continuerà a fare di tutto: “La DaD da noi ha funzionato ed è stata apprezzata da studenti e famiglie; dovessimo riprenderla andrebbe bene, meglio ancora se integrata dalle lezioni in presenza”. Ne ha parlato anche ai suoi studenti e sarebbe senz’altro la soluzione meno complicata. Più difficile invece risolvere il problema dei trasporti, prevedibile peraltro: “Nei primi tempi pareva potesse andare tutto liscio; monitoravo ogni mattina gli arrivi scaglionati al liceo. Poi le cose sono cambiate e mi giungono segnalazioni preoccupate dalle famiglie. Penso sia necessario tornare a ragionare sul trasporto con un approccio sistemico, tenendo conto che possiamo anche rimettere mano, anche solo dopo un mese e mezzo, alla organizzazione didattica ma non è che sia proprio una passeggiata tanto dilettevole”.
Dal sindacato, favorevole alle fasce orarie e alla turnazione lo Snals con Salvatore Auci: “Almeno per tutte le classi delle scuole superiori chiediamo di realizzare le attività didattiche in presenza nelle scuole di Treviso, utilizzando spazi orari giornalieri diversificati per le lezioni, in modo da evitare assembramenti incontrollabili nei mezzi pubblici che certamente è necessario coprano fasce orarie estese al pomeriggio o anche la sera”. Più perplesso Marco Moretti, Flc Cgil: “Temo possa diventare complicato per gli studenti che al pomeriggio sono impegnati anche in altre attività; per i tempi di gestione della vita familiare; e per il personale: tenere aperti gli edifici scolastici dalle sette di mattina a mezzanotte richiede un potenziamento notevole di personale Ata. Concordo sul fatto che si debba scongiurare il più possibile la DaD ma se impiegata per un limitato periodo di emergenza può essere accettabile”.