Come funziona la didattica a distanza e come potrebbe essere reintrodotta
La seconda ondata pandemica è arrivata e pare proprio non lasci alternative al mondo della scuola
TREVISO - Sembra ormai acclarato: si farà didattica a distanza. Più precisamente didattica digitale integrata, espressamente prevista in situazioni di emergenza grave, come è quella verso cui ci sta portando, giorno dopo giorno, l’escalation dei contagi. Per quanto - bisogna rammentarlo - molto ridotti risultano i focolai all’interno degli edifici scolastici.
La didattica integrata, al di là della erogazione delle lezioni in modalità mista (parte in presenza e il restante da casa), comporta una rivisitazione dell’orario settimanale e della durata stessa di ciascuna lezione. Con delle differenziazioni ulteriori a seconda del grado di scuola, dall’infanzia al liceo, come stabilito dalle Linee guida redatte dal ministero dell’Istruzione ad agosto.
Nella scuola del primo ciclo, dove la priorità dovrà essere quella di mantenere attivi i canali sociali con le maestre e con i compagni, quindici (che scendono a dieci per le prime) sono le ore previste con il gruppo classe e in modalità sincrona per attività disciplinari e interdisciplinari che potranno essere organizzate con molta flessibilità; in forma asincrona viceversa per auspicabili lavori in piccoli gruppi. Venti ore come minimo invece alle superiori, con tutta la classe o a gruppi: ai docenti viene lasciata la massima libertà di movimento per quanto riguarda la metodologia didattica ma si consiglia - probabilmente sulla scorta della esperienza dello scorso anno - di lavorare pure con piccoli gruppi per recuperare lacune e consolidare competenze.
Sarà in ogni caso il dirigente scolastico a rideterminare l’orario settimanale, sulla base dei criteri approvati dal Collegio docenti, prevedendo uno spazio consono a tutte le materie. Nella didattica digitale a distanza è data anche la possibilità di: ridurre l’unità oraria di lezione, riunire più discipline, impiegare tutte le forme didattiche immaginabili (e sperimentabili), come del resto consentito dalla autonomia scolastica.