Soddisfazione nella comunità Lgbte di Treviso per le parole del papa
Il pontefice ha infatti dichiarato la sua convinta approvazione alle unioni civili per le coppie gay
TREVISO - “Nuntio vobis”: a chiedere le unioni civili tra persone dello stesso sesso adesso è papa Bergoglio. Ieri l’annuncio si è diramato tramite un documentario alla Festa del cinema di Roma. E se ha fatto notizia in tutto il mondo, in realtà la posizione del pontefice non è nuova. In più di una occasione infatti ha detto non solo come la pensa ma ha anche compiuto gesti di accoglienza nei confronti di alcune coppie omosessuali che gli si erano rivolte, per avere se non proprio una benedizione magari anche solo un consiglio. Francesco ha fatto di più. Ieri un altro tassello. Per molti è tanto, per altri ancora poco.
Siamo andati a sentire cosa ne pensa la comunità Lgbte di Treviso. Francesca Tacca è la presidente: “Non può che farci piacere la diffusione di un messaggio di integrazione della comunità Lgbtq+ nella società cattolica, ma attenzione che non sia una battuta d’arresto. “Essere una famiglia” come ha detto il papa non significa fermarsi alle unioni civili: significa matrimonio egualitario. Lottiamo per questo e per l’approvazione di una legge che condanna l’omobitransfobia. Una legge, sì, perché la reale differenza nella vita di una comunità non la fanno le parole, ma le leggi”.
Più scettico il segretario, Antonio Monda: “Personalmente sono scettico rispetto al fatto che il Papa intendesse davvero riferirsi alle unioni civili, se non altro perché non mi pare che una simile interpretazione sia coerente con altre dichiarazioni espresse sul tema e con il catechismo che, ad oggi, non mi risulta essere mutato. Tra l’altro mi pare di aver capito che risalgono a qualche tempo fa. Al netto di questa premessa, sono convinto che la notizia abbia confortato le persone lgbt più cattoliche. Sono sicuro che, in un Paese come il nostro, in cui la laicità pare essere un principio ad applicazione intermittente, la notizia abbia permesso o permetterà ad alcuni esponenti politici di essere meno restii a schierarsi pubblicamente a favore delle persone lgbt e delle unioni civili, anche se con ritardo”.
Michela Nieri, consigliere comunale a Treviso, impegnata da sempre sul fronte dei diritti delle persone omosessuali, più che i passi in avanti della Chiesa - che pure apprezza - evidenzia i ritardi della politica: “Certamente le dichiarazioni del papa non possono che portare una ventata di ottimismo nel mondo omosessuale soprattutto per le tante persone omosessuali cattoliche che così si sentiranno parte della loro comunità religiosa. Mi auguro che le parole del Papa siano recepite da tutta la comunità cattolica senza troppe resistenze e che le sue parole siano una spinta anche verso l’approvazione della legge tanto discussa sulla omofobia. Mi fa sorridere il fatto che La chiesa si stia dimostrando molto più al passo coi tempi che molti nostri rappresentanti politici”.