Commercio e ristorazione sulle barricate per la chiusura alle 14:00 in Veneto
"Scelta irresponsabile che darà il colpo di grazia a negozi, locali e servizi". Per Veneto Imprese unite Zaia è un inguaribile ottimista.
| Tommaso Colla |
TREVISO - Si chiamava ancora Treviso imprese unite il sodalizio che nel preserale del 26 ottobre riuscì, malgrado i contagi al galoppo, a gremire piazza Piazza dei Signori: ristoratori commercianti, imprenditori, semplici cittadini. Un mese esatto dopo – costituito con le associazioni gemelle “Veneto imprese unite” – il faccia a faccia con Zaia, davanti alla sede della Protezione civile di Mestre. Rassicurazioni, pacche sulle spalle, non-dovete-preoccuparvi-di-niente. Ieri la doccia gelata, durante quella conferenza stampa che ormai raccoglie più seguito di una Messa di precetto.
Dall’officiante l’annuncio di una imminente ordinanza, che dice in poche parole: da sabato 19 (e fino alla befana) sarà proibito uscire dal proprio Comune di residenza dopo le ore 14.00. E questo dopo aver ribadito che “limitare le attività commerciali e produttive con un'ordinanza sarebbe un danno che non ci possiamo permettere poiché non compensabile con il metodo dei ristori” – hanno commentato ancora increduli per il bel regalo di Natale i rappresentanti di Veneto imprese unite. Poi – memori probabilmente dei recenti trascorsi di piazza, nell’ufficio del Prefetto e al cospetto del Governatore – hanno rincarato la dose: “L'ennesimo attacco all'indotto che permette a queste di sopravvivere in un momento estremamente complicato. Una scelta irresponsabile, o quantomeno da persona estremamente ottimista. Ottimista perché convinta che i clienti anticipino gli acquisti a prima delle 14.00 - ovvero in orario lavorativo -, che i residenti dei comuni siano sufficienti a sostenere per venti giorni le spese fisse dei loro negozi di vicinato, che se anche veramente la gente cambierà in maniera massiccia le proprie abitudini muovendosi nella prima parte della giornata, questo non potrà spostare il problema assembramenti dal pomeriggio al mattino”.
Nessuno ovviamente (e tanto meno loro) sottovaluta lo stato epidemiologico di estrema gravità in cui versa la nostra Regione, prima in Italia per numero di contagi. Probabilmente però si stanno chiedendo – in compagnia di molti altri in queste ultime ore - perché a pagare l’errore di essere voluti rimanere in fascia gialla a tuti i costi debbano essere sempre i soliti. “Potrebbe essere il colpo di grazia per moltissime delle nostre aziende, da quelle della ristorazione ai commercianti, dai servizi alla persona agli artigiani, ma anche per tutte quelle aziende che si occupano della produzione, lo stoccaggio e la vendita all'ingrosso di tutti quei prodotti che permettono a bar ristoranti e negozi di riempire le celle e gli scaffali, e che con le restrizioni degli ultimi mesi hanno visto un calo anche superiore al 90% del loro fatturato senza mai avere diritto ad alcun aiuto statale o regionale”.
Fermamente contrari a questa ordinanza in vigore da domani, chiedono che venga ritirata ancora prima di essere emanata e che già “sta creando un'enorme incertezza nel consumatore su quello che può o non può fare, complice anche il repentino e frequente cambio delle norme”. Il finale è già stato scritto: altri errori madornali Zaia non se li può più permettere.
Sotto, in allegato, il modello di autocertificazione scaricabile