A scuola i ragazzi con fragilità
Inclusione forse no, ma almeno la presenza è assicurata
| Tiziana Benincà |
SAN PIETRO DI FELETTO - Si sente sempre parlare di DAD, ma una nota operativa a chiarimento del Dpcm dello scorso 2 marzo, ha individuato alcune categorie da tutelare, a cui garantire la frequenza in presenza: stiamo parlando di quegli studenti con disabilità o bisogni educativi speciali.
Si tratta di ragazzi che hanno difficoltà importanti e che quindi necessitano di uno studio in presenza, cosa che lo scorso anno non era stato previsto e che per molti è significato una caduta libera nei rendimenti scolastici e sociali.
La nota fa leva sul principio dell’inclusione, secondo il quale gli studenti che possono usufruire della didattica in presenza, dovrebbero essere affiancati da gruppi di compagni “normodotati” alternati ogni giorno.
La maggior parte degli istituti del territorio si è organizzata, più o meno tempestivamente, seguendo le indicazioni nazionali, ma pochi hanno optato per la presenza di compagni. I motivi sono diversi: difficoltà di organizzazione con i vari genitori, disponibilità di personale ed ambienti scolastici adeguati a garantire la sicurezza sanitaria dal punto di vista pandemico.
“I docenti hanno dovuto dimostrare un’ulteriore disponibilità” commenta Bernardetta Dardengo, insegnante presso la scuola secondaria di primo grado di Rua di Feletto “ma il riscontro tra gli insegnanti è stata molto buono e praticamente tutti i ragazzi con disabilità, e la maggior parte di coloro che hanno bisogni educativi speciali, stanno frequentando. I ragazzini più restii nei primi giorni ora vengono volentieri, perché comunque anche in videolezione c’è interazione con i compagni.”
“Per me si tratta di un’ottima opportunità” commenta una mamma di un ragazzo in presenza “Ripensando alle difficoltà con la DAD dello scorso anno, questa è veramente una soluzione fantastica.”