BUONA DOMENICA "Lei non sa chi sono io!". L'eterna commedia all'italiana
La piazzata del sen. Morra all'Asl di Cosenza dove pretendeva di far vaccinare prima del loro turno i parenti della moglie. Naturalmente dopo aver lodato l'esemplare gesto di Mattarella.
TREVISO - “Ma tu lo sai chi sono io?” - chiedeva Vittorio De Sica, nei panni di un Sindaco, a un vigile del suo Comune che era magistralmente interpretato da Alberto Sordi. Sessanta anni fa. Battuta intramontabile che condensa l’arroganza del potere. Vizietto facile da contrarre ma molto difficile da dismettere. E nella partita dei vaccini contro il Covid si generano mostri. La settimana passata il premio se lo è aggiudicato, e senza fare neanche troppa fatica, il senatore Nicola Morra. Ex presidente dell’Antimafia. Non il cavallo di Caligola, per intenderci. Uno che conta, dunque. Che ne sa. Magari ecco, anche un tantino troppo.
Sabato scorso, sotto scorta ma più che altro per effetti speciali, è piombato nell’azienda sanitaria di Cosenza. Motivo: ispezione a sorpresa sull’andamento della campagna vaccinale. Prerogativa e compito doveroso - il controllo - di un parlamentare della Repubblica. E passi che si sia precipitato con le guardie del corpo, ma i parenti al seguito? Gli astanti, lì per lì, mica lo avevano capito. Ma il velo di Maya-Morra si è squarciato non appena si l'autorevole epigono dell' SPQR ha incominciato a intruppare i parenti (ma della moglie eh, ha precisato) nella fila dei vaccinandi.
Il bello però (bello si fa per dire)è stato dopo, all'appalesarsi del direttore sanitario dell’Asl Mario Marino, che gli ha chiesto cosa fosse andato a fare in realtà. “Se la montagna non va da Maometto” avrebbe probabilmente voluto rispondergli il senatore. Il quale invece si è lanciato in una invettiva che, in crescendo rossiniano, si è riverberata nelle vie di fatto. Già che c’erano, gli agenti della scorta sono stati prontamente impiegati per identificare direttore e medici rei di non aver convocato i parenti (ereditati beninteso!) per la somministrazione del vaccino, saltando la fila.
La denuncia ora l’ha rimediata lui - il senatore “Lei non sa chi sono io” - per interruzione di servizio, abuso di potere e falso. Alla faccia dell’ispezione di controllo. Fa specie (per non dire altro) ripensare alle lodi sperticate con le quali non più tardi di due settimane fa praticamente tutti, politici e parlamentari, hanno magnificato il gesto del Presidente Mattarella, ricordate? Quello che ha atteso pazientemente e rispettosamente la chiamata del suo anno come si usava ai tempi della leva. Quello seduto - (abbiamo ripubblicato la foto n.d.r.) - ad aspettare il proprio turno allo “Spallanzani” di Roma. Un gesto immenso di umiltà che in un battito di ciglia ha permesso di recuperare anni di luce di pregiudizi verso la casta. Poi è arrivato Morra e buonanotte ai... senatori.
Il vizietto del saltafila e della raccomandazione è però tipicamente italico. E trasversale. Ha scritto Antonio Polito sulle pagine del “Corriere della sera”: “Siamo così bravi a questo gioco noi italiani, e i poteri pubblici sono diventati così pronti ad assecondarlo distribuendo vantaggi e protezioni alle singole categorie invece di perseguire l’interesse generale (l’apoteosi del bonus ne è stato il simbolo) che verrebbe quasi da chiedersi perché non ci rassegniamo” Rassegnarci? Anche no.
BUONA DOMENICA