Conegliano, Colomban: “Sono disponibile ad affiancare la prossima amministrazione”
Poi precisa: “Non voglio polemiche, voglio lavorare per progetti e fatti concreti”
CONEGLIANO - “Sono disponibile ad affiancare una squadra capace. Il colore politico non conta”. La prossima amministrazione comunale potrebbe avere l’appoggio – soprattutto “tecnico” - di un pezzo da 90: Massimo Colomban. C’è però una precisazione da fare: il noto imprenditore non si candiderà a sindaco.
Colomban non pensa nemmeno ad un assessorato: “Sono semplicemente disponibile a dare il mio contributo ad una squadra. Non voglio, però, avere a che fare con gente che bisticcia per i colori politici. Non voglio polemiche, o, peggio, utopie. Voglio lavorare per progetti e fatti concreti” Il fondatore di Permasteelisa, dopo l’esperienza romana - è stato assessore alle partecipate pubbliche nella giunta Raggi - potrebbe quindi supportare la prossima amministrazione coneglianese.
Le idee sono già chiare: “Bisogna smettere di pensare al proprio campanile – sostiene Colomban -. Ormai il sindaco di Conegliano, da solo, non può fare molto”. C’è bisogno di fare squadra, di fare rete, quindi, puntando soprattutto sul turismo in area Unesco: “Il turista internazionale cerca il rent a bike e il rent a car – sostiene Colomban -. Nell’area patrimonio dell’umanità bisogna pensare all’affitto delle macchine, delle bici, ad un circuito di autobus, a parcheggi vicino al centro storico, a snodi e scambi vicini alla stazione ferroviaria di Conegliano, che deve fare la propria funzione: diventare la porta di ingresso dell’area Unesco, valorizzando e facendo rete con Vittorio Veneto, Pieve di Soligo, Valdobbiadene. I 300 campanili saranno sparsi e invisibili se non saranno in rete”.
Questo deve essere il progetto minimo di partenza”. E a Conegliano? “C’è bisogno di percorsi coperti, soprattutto vicino alla stazione, e di parcheggi capienti. L’area Zanussi è un’opportunità, l’immobilismo del comune deve finire. Perché non interviene?” Colomban pensa anche al rilancio economico delle aree degradate: “Abbiamo tantissimi capannoni vuoti da riempire, re-ingegnerizzare e rianimare in tutta l’area Unesco. Fermiamo la de-industralizzazione mortale che ci sta attanagliando e impoverendo. Basta utopie come la decrescita felice, che è solo triste, povera e infelice, rilanciamo uno sviluppo innovativo e sostenibile. Bisogna fare progetti di attrazione e investimento, creare delle zone di sviluppo. In questo modo i nostri giovani non dovranno andarsene da Conegliano per trovare lavoro. Senza economia non c’è futuro”.