Migliaia di firme contro il green pass in aula, scuole già sotto stress anche in provincia di Treviso
Per i dirigenti scolastici bisogna prevenire il bornout. Salvatore Auci (Snals) chiede di ripristinare gli 87.500 posti docente eliminati in tre anni
TREVISO - 15 mila firme in poche ore. Le ha raccolte il sindacato Anief contro l'introduzione del green pass nella scuola. Intanto l'Udir, che rappresenta i dirigenti scolatici, avverte: "Bisogna prevenire il burnout, non sovraccaricando il personale di ulteriori compiti che si sommano allo stress legato alla precarietà della situazione emergenziale". Il decreto sul green pass, accusa il sindacato, non tiene conto "delle difficoltà organizzative della scuola e dell'affaticamento del personale, provato dalle vicende legate alla pandemia".
Per i sindacati della scuola c'è di più: i 358 milioni di euro stanziati dal governo per sostituire il personale scolastico privo di green pass sarebbero sufficienti solo a coprire la mancanza di 50 mila persone da metà settembre a metà dicembre, mentre al momento la percentuale dei non vaccinati nelle scuole supererebbe le 200 mila unità.
Abbiamo provato a sentire che aria tira nella Marca. Caustico Salvatore Auci dello Snals: “Le norme fino ad oggi emanate, oltre ad essere discutibili, hanno previsto tutto ma anche il contrario di tutto. Come ad esempio aver imposto l’obbligo del famoso metro di distanza dalle rime buccali degli alunni, salvo imporre l’uso della mascherina in classe agli stessi per tutto il mese di settembre e ottobre 2020. Per non parlare degli assembramenti all’interno delle classi, in moltissimi casi da considerare dei veri e propri pollai. Anche in questo caso è semplicemente sbalorditiva la norma che consente di tenere in classe anche trentadue alunni per tutta una mattinata, allorquando nello stesso spazio in metri quadri i gestori di attività commerciali possono permettere l’ingresso di massimo cinque o sei persone per volta”. Per lo Snals poi impossibile non evidenziare l’ennesima contraddizione legislativa di fronte a un green pass richiesto al solo personale che nelle scuole lavora (docenti e personale Ata) ma non per gli studenti: “Quasi il 90% del personale scolastico risulta già vaccinato, mentre soltanto una irrisoria percentuale di alunni dai 12 anni in su non lo è. E che dire del fatto che gli stessi studenti non obbligati al green pass per entrare a scuola hanno, invece, l’obbligo di presentarlo se si recano al ristorante con i loro genitori? Follie legislative!”
Lo Snals di Treviso si chiede a questo punto se il mantra fino ad ora ripetuto allo sfinimento: "Le scuole sono luoghi sicuri", corrispondeva alla realtà o non era solo frutto della fantasia. “Visto che i ragazzi oramai si contagiano in misura prevalente, rispetto ai meno giovani, le scuole possono essere considerate luoghi sicuri se gli studenti non posseggono il green pass? Se l'obbligo fosse esteso a tutta la comunità scolastica (personale scolastico e studenti), la misura un certo senso l'avrebbe, in quanto sarebbero almeno rispettato il principio della coerenza”.
Ma altri problemi, anche la scuola di Marca, dovrebbero essere finalmente affrontati e risolti. Salvatore Auci li inanella: l’eliminazione delle classi pollaio; il sovraffollamento del mezzi di trasporto pubblico; la mancanza di continuità didattica legata agli oltre 250.000 precari che cambiano classi e alunni ogni anno; il mancato riconoscimento sociale della professione docente a causa del trattamento economicamente indecoroso; l’incancrenita questione dell’edilizia scolastica di cui si parla da trent' anni. Questioni spinose, non più procrastinabili. Per il sindacato autonomo è urgente incrementare immediatamente i mezzi di trasporto pubblico riservati agli studenti per raggiungere le scuole, utilizzando i mezzi delle forze armate e delle forze dell’ordine non impiegati durante gli orari di scuola; evitare che ogni anno gli studenti assistano al balletto dei docenti precari, attingendo a un organico triennale, in modo da garantire almeno per tre anni consecutivi gli stessi docenti alle classi; rimettere a norma le classi pollaio, in tre anni, ripristinando i posti docenti eliminati dalla legge 133/2008 che in tre anni ne ha eliminati la bellezza di 87.500.