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19 agosto 2024

Treviso

La crisi energetica soffoca le imprese: "Una microimpresa paga il 360% in più rispetto all’anno scorso"

Bernardi, presidente di Confartigianato:"Serve una vera politica energetica, le tecnologie ci sono"

| Isabella Loschi |

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caro energia

TREVISO - “È un grave errore distinguere tra filiere di grandi e piccoli consumatori di energia elettrica e gas concedendo ai primi detrazioni d’imposta che vengono invece negate a imprese della stessa filiera per la sola circostanza di avere dei consumi più ridotti. I numeri parlano da soli” - spiega Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana - “nel primo trimestre di quest’anno, un chilowattora di energia elettrica costa a una microimpresa il 360% in più rispetto all’anno scorso. Un metro cubo di gas naturale il 336% in più. Il prezzo del gasolio alla pompa ha subito un aumento tendenziale del 45,1% (al 10 marzo)”.

Confartigianato, intervenuta in audizione sulla conversione in legge del Decreto Energia, ha ribadito la gravità della situazione in cui versano gli imprenditori a causa dei costi energetici.
Per l’associazione di categoria, per superare il caro energia e la dipendenza delle fonti di energia da altri paese, il gas dalla Russia per esempio, è necessario pensare subito alla transizione energetica. “Questa è la vera sfida del futuro - sostiene Bernarsi - Per questo è necessario che il Governo riconosca il valore delle filiere corte e le valorizzi in quanto capaci di costruire la transizione energetica “su misura dei territori, scegliendo le tecnologie che meglio si adattano alle realtà locali”.

“Il conflitto, al pari della pandemia Covid-19, è stato uno degli acceleratori di fenomeni sotterranei che già sfidavano il nostro futuro. Oggi il problema delle materie prime, della logistica e soprattutto dell’energia sono esplosi in tutta la loro drammaticità. C’è un dato che fa pensare: la nostra transizione energetica avrebbe comunque comportato il superamento del quantitativo di gas russo che oggi consumiamo.
Questo è il punto: pensare in modo diverso le nostre fonti di energia è, nell’immediato una risposta a Putin, ma diventa nel medio periodo un’assoluta necessità".

Oggi è il momento d’investire. Le tecnologie ci sono e iniziano a essere mature: microidroelettrico, fotovoltaico, solare termico industriale, agro energie, biogas e biomasse. Servono nuove forme contrattuali, come le Comunità energetiche rinnovabili di autoproduzione e autoconsumo, che danno diritto a un incentivo. Una soluzione a portata di “locale”. Le imprese inoltre devono investire nell’efficienza energetica. Una scelta di competitività e un investimento sul futuro della “sovranità energetica”. La sfida è chiara: passare dall’emergenza a un approccio strutturato all’energia, ad una vera politica energetica.

 



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Isabella Loschi

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