BUONA DOMENICA Parlamentari irresponsabili e adesso (si spera) impresentabili
Governo Draghi costretto alle dimissioni da un miope tornaconto elettorale. Ignorate le emergenze che sta attraversando il Paese. Sacrificato l'italiano più autorevole.
TREVISO - In morte del Governo Draghi. Risucchiato dalle spire di una partitocrazia mai morta, semmai impazzita. Fagocitato dalla bulimia da potere o dalla insipienza politica di “leader” di partito, incapaci probabilmente di badare anche a se stessi, figuriamoci alle sorti di una Nazione.
Ma “Può forse un cieco guidare un altro cieco?” (Luca 6,39-42). Perché il problema è alla sorgente, alla foce solo detriti: chi scegliamo quando votiamo? Peggior cieco di chi non vuol vedere non esiste.
Acclarata la reintroduzione necessaria e urgente delle preferenze, sarebbe un infingimento, da parte dell’elettorato attivo, e non un atto intellettualmente onesto lo scaricabarile, più o meno dissimulato. Stucchevoli le geremiadi post elettorali: nessuno può giurare “Sono incolpevole”. Come disse qualcuno in un drammatico discorso alla Camera: “Presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro”. Da chi farci rappresentare (e governare) lo vogliamo tutti, dai 18 anni in poi (memento per il 25 settembre).
Non ha avuto torto probabilmente Gaetano Salvemini a scrivere: “La classe politica italiana è per il 10% migliore, per il 10% peggiore e per l’80% uguale al Paese che rappresenta”.
Su “La Stampa”, venerdì scorso, Concita De Gregorio ha ribadito il concetto: “L'unica cosa su cui riflettere è che li abbiamo eletti noi. Adesso non vi concentrate per favore sul noi, non rispondete no io no, sarete stati voi. È un noi metaforico, è un soggetto collettivo che indica gli elettori: tutti, anche quelli che non sono andati a votare e hanno lasciato che a decidere fossero gli altri. La classe politica più scadente della storia repubblicana, questa comunità di miracolati scappati di casa, questi dilettanti allo sbaraglio che alle cinque del pomeriggio del giorno in cui cade il governo chiamano mamma al paese per chiedere consiglio, si fanno un selfie dal bagno dal Senato, consultano l'astrologa: sono stati votati ed eletti dagli italiani. E no, non è disprezzo dell'elettorato dire avete – abbiamo – votato la più incredibile leva politica a memoria d'uomo, la peggiore: è un'assunzione di responsabilità e un invito a esercitare la memoria”.
Il che non significa sperare in meglio e provare a fare tutti la nostra parte. Cominciando a rispedire a casa (e al loro lavoro, se ce l’hanno), nani e ballerine di questo circo che è diventata la politica italiana.
Ci è arrivato, a modo suo, anche uno che definire propriamente statista sa di azzardo ma la cui riflessione ha un suo perché. Lapo Elkann: “Complimenti ai fenomeni che mandano a casa l'italiano più rispettato a livello internazionale che ha tentato con ogni sforzo di dare una mano ad un Paese disastrato da una manica di buffoni e scappati di casa. Sono dispiaciuto, ma attendo con ansia l'arrivo dei fenomeni. Sarà gustoso vederli trattare per il gas, fare accordi internazionali, farsi rispettare in Europa, trattare con i grandi leader. Vi illudono che quando arriveranno loro si faranno rispettare che loro sono machi, che urlano, sbandierano il tricolore, cantano l'inno, ma in realtà sono dei Fantozzi di provincia che come escono dal Raccordo contano meno di zero. Povera Italia e tante grazie SuperMario".
Buona domenica