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23 gennaio 2025

Treviso

Lavoratrici dei musei civici di Treviso rischiano il posto: "Il Comune intervenga”

Il sindaco Conte: "Garantire i dipendenti come abbiamo fatto per il teatro"

| Isabella Loschi |

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museo Bailo

museo Bailo

TREVISO - Posto di lavoro a rischio per alcune lavoratrici impiegate ai servizi di biglietteria e guardania ai due musei civici di Treviso. L’amministrazione comunale ha optato per una formula di partenariato pubblico privato con un’azienda privata che non ha ancora deciso se assorbire le lavoratrici oggi assunte dalla cooperativa che ha in mano la gestione del servizio fino a fine settembre per il polo di Santa Caterina e per il museo Bailo.

“Dentro il sistema del pubblico impiego quest’operazione portata avanti dal Comune lascia ampio spazio di manovra al privato, che, in mancanza della clausola sociale, può lasciare a casa le lavoratrici - dichiara Marta Casarin, segretaria generale delle Funzione Pubblica di Treviso - Inoltre, nel caso venissero assunte, le tre lavoratrici non solo si vedrebbero ridotte le ore di impiego ma, per effetto dell’applicazione di un contratto al ribasso non sottoscritto dalle maggiori e più rappresentative organizzazioni sindacali, perderebbero tutti gli scatti di anzianità accumulati in anni di lavoro, il tutto per un compenso orario decisamente inferiore”.  “Una scelta a dir poco politicamente infelice - stiletta la segretaria generale Fp Cgil di Treviso -, perpetrata da quel sindaco che in qualità di presidente dell’Anci Veneto sigla gli accordi con le parti sindacali e che dovrebbe aver a cuore le sorti dei lavoratori del sistema pubblico”.

Il tema è stato portato in consiglio comunale dal capogruppo del Pd, Stefano Pelloni, che ha chiesto rispose al sindaco Conte. “Ho incontrato le delegazioni sindacali propri per questo problema - spiega Conte - . Con i nostri dirigenti al personale cercheremo di trovare una soluzione conforme alle normative, che possa garantire i dipendenti. Già in passato, come fatto per il teatro comunale, abbiamo dimostrato che la nostra attenzione primaria è rivolta ai dipendenti. Sottolineo però che la società che andrà a sentire i musei si sta muovendo all’interno del contratto nazionale previsto dalla normativa. Noi, comunque, faremo un’opera di sensibilizzazione per tutelare le lavoratrici”.  

 



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Isabella Loschi

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