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21 novembre 2024

Treviso

Edilizia, i lavoratori trevigiani sabato alla mobilitazione nazionale

Il 1 aprile una delegazione della Marca sarà in piazza a Torino: "Servono subito politiche industriali stabili e strutturali per la rigenerazione delle città”

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

lavoratori edili

TREVISO - I lavoratori edili trevigiani scendono in piazza a Torino sabato 1 aprile per la mobilitazione nazionale. Al centro della protesta dei lavoratori le richieste di modifica al decreto 11/2023 perché non vengano esclusi i redditi bassi e gli incapienti dall’accesso ai vari incentivi per l’efficienza energetica, la messa in sicurezza degli edifici, l’abbattimento delle barriere architettoniche. Quella di sabato sarà una giornata che segnerà il punto di arrivo di una serie di iniziative, volantinaggi, incontri con i Prefetti e i presidenti delle Province italiane, assemblee e azioni simboliche, promosse dai due sindacati di categoria per denunciare gli impatti negativi sul settore delle costruzioni e mandare un messaggio al Governo “Fai una cosa buona”, slogan ed hashtag della mobilitazione.  

La Fillea Cgil e la Feneal Uil hanno indetto, infatti, per sabato prossimo una giornata nazionale di mobilitazione con cinque manifestazioni tenute parallelamente in altrettante periferie. Secondo i sindacati, oltre a mancare una seria politica di medio periodo per la rigenerazione e la sostenibilità ambientale, soprattutto proprio nelle periferie urbane e aree interne, a livello nazionale sono a rischio oltre 100mila posti di lavoro nel settore delle costruzioni.  
“Da queste città lanceremo le nostre proposte – spiegano le categorie degli edili Cgil e Uil – per ridurre i danni che deriverebbero dall’applicazione del decreto 11/2023 così come concepito, con il blocco della cessione dei crediti per i bonus edili a discapito dei i redditi più bassi. Ma anche e soprattutto contro le nuove norme del Codice degli Appalti che riducono gli obblighi di applicazione dei CCNL edili e introducono la liberalizzazione dei subappalti a cascata con conseguenze pesanti su occupazione, sicurezza dei lavoratori, qualità del lavoro e sostenibilità”.  

“Altre soluzioni sono possibili e manterrebbero i posti di lavoro – sostengono Veronica Gallina, segretario generale FILLEA CGIL di Treviso e Angelo Pandolfo, segretario generale FENEAL UIL di Treviso –: mantenendo la cessione dei crediti per le famiglie con redditi bassi, i condomini di periferia, le case popolari. Serve un reale cambio di passo attuando politiche industriali stabili e strutturali per la rigenerazione delle città, trevigiane, venete e di tutta Italia, e per la riduzione degli sprechi energetici e l’inquinamento, garantendo così qualità del lavoro e delle imprese, rispetto del Contratto nazionale edile e vietando il subappalto all’infinito. Bisogna fare in modo che la sicurezza sul lavoro e la legalità siano incentivate e garantite”.

 


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