Finge un malore per scroccare un passaggio in ambulanza
E' accusata di interruzione di pubblico servizio
Nella notte scorsa, nella pittoresca città di Foggia, si è verificato un episodio che ha destato stupore e indignazione. Una donna di mezza età, residente a Carapelle, ha chiamato il 118 simulando un malore solo per ottenere un passaggio gratuito verso il centro ospedaliero della città. Una truffa incredibile che evidenzia un preoccupante trend nazionale: l'utilizzo improprio delle ambulanze come mezzi di trasporto conveniente.
La protagonista della vicenda, dopo aver fatto intervenire l'ambulanza sotto il pretesto di una tosse persistente, ha compiuto un colpo di scena degno di un film. Una volta giunta al Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia, la donna è scesa dall'ambulanza e si è dileguata, mettendo in atto una vera e propria fuga dalla responsabilità.
Questo non è un caso isolato. Abbiamo assistito in passato a episodi simili in diverse parti d'Italia. Da Napoli a Imola, da Macerata a un tiktoker campano, sembra che la truffa dell'ambulanza-tassì stia diventando una moda irresponsabile.
Il problema, oltre alla chiara violazione dell'etica e della legge, è che queste azioni irresponsabili mettono a rischio la sicurezza e la vita di coloro che realmente necessitano di soccorso urgente. L'utilizzo improprio delle ambulanze comporta ritardi nei tempi di risposta e può influire negativamente sulle possibilità di sopravvivenza di chi si trova in situazioni di emergenza reale.
Il Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia è solo l'ultimo capitolo di una storia più ampia di abusi del sistema di emergenza. È essenziale che vengano implementate misure più severe per dissuadere chi pensa di utilizzare l'ambulanza come un banale mezzo di trasporto. L'accusa di interruzione di pubblico servizio potrebbe essere solo l'inizio di una serie di azioni legali mirate a proteggere il corretto utilizzo dei mezzi di soccorso.
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