"Ne sorride ancora la statua dell’amato Papa Luciani"
L'origine del “Tocatì” e il suo legame con Vittorio Veneto
Le colline del Prosecco con inclusa una propaggine di territorio vittoriese han compiuto i cinque anni dalla proclamazione UNESCO. Ed appena un paio di giorni prima i Colli Euganei, il più grande bacino termale d’Europa, sono stati ammessi tra le Riserve della Biosfera. Con quest’ultima assegnazione il Veneto ha sorpassato la Lombardia diventando la regione italiana con più siti Unesco, mentre l’ ltalia a sua volta è la nazione con più siti al mondo, seguita dalla Cina.
In Veneto sono ben 18 tra i quali 9 sono inclusi nel Patrimonio materiale (Dolomiti-Orto Botanico Padova- Padova Urbs picta-Venezia e la Laguna-la Città di Verona-Vicenza e le Ville Palladine-i Siti palafitticoli-le Opere di difesa veneziane-le Colline del Prosecco), 4 sono le Riserve della Biosfera (Po grande-Delta del Po-Monte Grappa-Colli Euganei) e 5 sono Patrimonio Immateriale (Arte delle perle di vetro-i Muretti a secco-l’Opera lirica-la Transumanza-il Tocatì). Due parole su quest’ultimo, che è nell’elenco Unesco dal 2022, per un motivo che ci riguarda. Il termine “Tocatì”, deriva dalla locuzione dialettale “Tocca a te”. Si tratta del ricordo e valorizzazione di giochi e sport tradizionali, alcuni plurisecolari, ritenuti parte importante della cultura di un territorio. Il festival di questi giochi si svolge a Verona ogni anno per promuovere l’incontro, la pacifica convivenza delle diversità, la creatività, la libertà d’esprimersi anche fisicamente.
Il che sarebbe buona medicina, nell’ epoca in cui i bambini non giocano più all’aperto e, occhi bassi, si incollano al teefonìn col rischio di venirne fagocitati. Bene, nel lungo elenco di giochi e sport Tocatì non poteva mancare la righèa di Vittorio Veneto, meglio sarebbe dire di Zeneda che si autocertifica, tra qualche contestazione dei soliti rosiconi, come luogo d’origine di questo gioco pasquale. Nel 2017, giunta centrosinistra, venne presentato alla biblioteca Ceneda il progetto di rifacimento della trasandata p.zza Duomo a firma Arch. Cendron. Il bel progetto ricevette il consenso del Consiglio di Quartiere di Ceneda che non mancò di evidenziare come il disegno della nuova piazza ricordasse la ovoidale righèa. Fu allora che uno del pubblico tra qualche mugugno propose di rinominare piazza Giovanni Paolo I° come “piazza Righèa” in omaggio a questa antica tradizione. Ma la piazza permane non restaurata né le si cambiò nome. Ne sorride ancora la statua dell’amato Papa Luciani.
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