Ospedale San Camillo, stipendi in ritardo: "Dipendenti pronti alla mobilitazione"
I sindacati chiedono all’azienda un incontro: “Servono certezze”
| Isabella Loschi |
TREVISO - Ancora ritardi nelle spettanze dei dipendenti della clinica privata San Camillo di Treviso. Una situazione che coinvolge 200 lavoratori e lavoratrici operanti nella struttura, divenuta inaccettabile per i sindacati.
“Da tempo si reiterano ritardi nel pagamento della retribuzione mensile, spesso senza nessuna comunicazione ai lavoratori interessati - dicono Sara Tommasin della Fp Cgil di Treviso e Roberto Meneghello della Uil Fps Belluno Treviso - la situazione è preoccupante, dato che alcuni lavoratori attendono da mesi il pagamento di indennità e straordinari. A gennaio, inoltre, l’azienda ha comunicato di non poter erogare per intero la busta paga spettante ai dipendenti. A ciò si aggiunge il mancato pagamento dell’orario aggiuntivo effettuato per copertura turni in altri reparti degli ultimi mesi. Addirittura, alcuni lavoratori attendono pagamenti dovuti di oltre sei mesi”.
“Chiediamo all’azienda una data certa di pagamento della retribuzione, per restituire dignità alle lavoratrici e ai lavoratori, e non creare disagi agli stessi ed alle loro famiglie con ripercussioni su quanti hanno scadenze di pagamenti e mutui a cui rispondere – aggiungono Tommasin e Meneghello – ricordiamo che il CCNL della Sanità Privata prevede una data fissa di liquidazione degli stipendi. Un contratto che ha visto di recente i lavoratori e le lavoratrici del comparto manifestare per il rinnovo, essendo scaduto ormai da ben sei anni”.
“Nonostante questa grave situazione la cui responsabilità è imputabile solamente all’azienda, i lavoratori stanno dimostrando anche in questi giorni il loro impegno, assolvendo al proprio compito con competenza e professionalità, lavorando per mantenere alta l’offerta dei servizi sanitari della clinica, che, come tutte le realtà private della Sanità, produce profitti non irrilevanti. Ma la corda è ben tesa e il malumore potrebbe ben presto portare a manifestare la protesta. Quindi, chiediamo all’azienda un incontro urgente per poter trovare immediatamente una soluzione di rientro delle spettanze e di certezza nelle future erogazioni – concludono Tommasin e Meneghello –. Se a stretto giro non avremo risposte in merito procederemo a tutela dei lavoratori stessi nell’ambito della normativa vigente”.
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