Ieri si è chiusa la stagione di caccia, questo il bilancio: "53 incidenti e 16 morti"
I consiglieri regionali Zanoni e Masolo lamentano che: "Le regole in ambito venatorio sembrano scritte a favore di chi spara"
VENETO - Si è chiusa ieri la stagione venatoria 2024/2025, e con essa cresce il dibattito sui costi sociali ed economici legati all'attività venatoria. Andrea Zanoni e Renzo Masolo, consiglieri regionali di Europa Verde, sollevano infatti preoccupazioni riguardo le conseguenze della caccia in Italia, in particolare per la sicurezza, l'ambiente e la gestione delle risorse naturali. Ogni anno, il bilancio delle vittime legate alla caccia in Italia si presenta come un bollettino di guerra. Secondo i dati ufficiali, tra il 1° settembre 2024 e il 5 gennaio 2025, 53 persone sono rimaste coinvolte in incidenti legati all'attività venatoria, tra questi ben 16 con esiti mortali (15 cacciatori e 1 civile). Le vittime, purtroppo, non sono l'unico effetto collaterale della caccia. "Guardando il cielo, ci si accorge che ad attraversare l’orizzonte sono ormai solo gli aerei, perché la caccia sta spogliando i nostri cieli", affermano Zanoni e Masolo, sottolineando un crescente impoverimento della fauna selvatica e la scomparsa dei suoni naturali che caratterizzavano un tempo l'ambiente naturale.
Ma oltre agli impatti ecologici, i consiglieri puntano il dito anche contro i costi economici legati all’attività venatoria. A questi si aggiungono i danni alle proprietà private e alle aree pubbliche, che spesso non vengono né quantificati né denunciati. Una frustrazione che cresce tra i cittadini, che percepiscono le istituzioni come favorevoli agli interessi dei cacciatori, piuttosto che tutelare quelli della collettività. "Le regole che riguardano l’ambito venatorio sembrano scritte a favore di chi spara", affermano. I ricorsi e le decisioni dei giudici, come quelli relativi ai calendari venatori in Veneto, testimoniano una continua opposizione a pratiche che non sempre rispettano l'ambiente e la sicurezza pubblica. Il Veneto, in particolare, detiene il record di bocciature, con diversi provvedimenti negativi anche per la stagione 2024/2025.
Zanoni e Masolo, infine, denunciano una manovra politica volta a ridurre i controlli sull'attività venatoria, sostenuta da partiti come Lega e Fratelli d’Italia. In particolare, l'attacco all'ISPRA (l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha alimentato ulteriori preoccupazioni. L'ISPRA, infatti, fornisce pareri tecnici sui calendari venatori e svolge un ruolo fondamentale nella protezione ambientale. "Le istituzioni non sono a servizio di una lobby", concludono i due consiglieri, ribadendo l'impegno di Europa Verde in Parlamento per garantire che la gestione delle risorse naturali non sia subordinata agli interessi di pochi, ma risponda invece a criteri di sostenibilità e protezione del patrimonio naturale.
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