TAGLI ALLA SICUREZZA, I POLIZIOTTI CHIEDONO DONAZIONI AI CITTADINI
Sit-in per protestare contri i tagli del Governo che impediscono di far benzina e di aggiustare le auto di servizio
| Laura Tuveri |
TREVISO – Sit-in in piazza dei Signori per chiedere a Governo e cittadini fondi per poter svolgere il proprio servizio. Stamane in tutta Italia, e anche a Treviso, le sigle sindacati della polizia di Stato, della polizia penitenziaria, dei vigili del fuoco e del corpo forestale sono scese in piazza per protestare contro i tagli dei fondi per la sicurezza, la difesa e il soccorso pubblico decisi dal Governo che pur aveva promesso tutt’altro in campagna elettorale.
E visto che non sanno più che pesci pigliare per riuscire a mettere benzina nelle auto e per sostituire o riparare le vetture vecchie, hanno anche chiesto ai cittadini di effettuare una donazione per sostenere questi costi. La donazione dev’essere intestata al Fondo assistenza del ministero dell’Interno con casuale “Fondi per l’acquisto benzina per la sicurezza, la difesa e il soccorso pubblico”.
I manifestanti sono stati anche accolti dal prefetto Adinolfi che ha saputo dar loro ben poche rassicurazioni. Gino Balbinot, segretario regionale di Sap, sindacato autonomo di polizia, ricorda che i tagli al settore erano già stati ridotti del 60% e ora il Governo ha deciso un ulteriore taglio del 45%. ”Ora il rischio è che non ci saranno più soldi per sostituire i vecchi giubbotti antiproiettili e manganelli, ma anche per effettuare gli addestramenti al tiro perché tutto il capitolo legato all’armamento è stato ulteriormente tagliato”.
Da sin. Gino Balbinot e Claudio Furlanetto.
E questo mentre sono stati stanziati maggiori fondi per potenziare la Polizia Locale. “Ben venga questo, ma il Governo si deve anche rendere contro che serve anche dare risorse alle polizie nazionali. La Polizia Locale ha un limite territoriale e se non cambiano le norme i vigili non possono intervenire, mentre dobbiamo farlo noi. Credo - ha concluso Balbinot - che la sicurezza debba essere in primo luogo garantita dalle forze di polizie nazionali, con l’importante supporto delle polizie locali".
Claudio Furlanetto, riconfermato segretario della Siulp provinciale, sindacato unitario lavoratori polizia della Cisl ha affermato che “Se il Governo non mette subito mano al portafogli siamo all’inizio del collasso. La gente era disorientata perché non riusciva a capire lo scopo di questo sit-in visto che non rivendicavamo aumenti di stipendio o rinnovi del contratto, bensì soldi per far funzionale la macchina della sicurezza. Il nostro è un grido d’allarme per far sapere che presto, se non si interviene subito, un servizio essenziale come quello di pronto intervento sarà poco garantito”.
Furlanetto ha sottolineato che quella odierna è una manifestazione compatta visto per la prima volta sono presenti più istituzioni e chi parla lo fa a nome di tutti. Di questa situazione allarmante il Siulp ne ha discusso anche ieri nell’ambito del 7° congresso provinciale che ha riconfermato Furlanetto alla guida del sindacato.
“Siamo ben consapevoli della grave crisi economica che affligge il nostro Paese, comprendiamo le difficoltà che stiamo attraversando in questo particolare momento storico. Ci risulta, però, incomprensibile la volontà del Governo di non ritenere prioritario il funzionamento della forze di polizia” ha detto ieri Furlanetto ricordando anche che di anno in anno l’organico della Polizia di Treviso “diminuisce inesorabilmente” a fronte di un incremento dei problemi legati a immigrazione, criminalità e ai servizi di ordine pubblico.
Furlanetto ha anche rinnovato l’invito al prosindaco Gentilini, assente al congresso, come anche altri primi cittadini inviati, ad impegnarsi personalmente per far tornare gratis i parcheggi all’area Appiani a vantaggio della popolazione e non solo dei poliziotti essendosi lì trasferita la nuova sede della Questura. All’assente vicesindaco il segretario ha anche chiesto di valutare la possibilità di ripristinare la stazione ferroviaria di Santi Quaranta, oggi completamente abbandonata, visto che la sua posizione garantirebbe un comodo accesso al centro e all’area Appiani.