I PARTIGIANI: "ANCHE NOI SIAMO INDIGNADOS"
Lorenzoni: "Pronti a scendere in piazza"
| Mauro Favaro |
TREVISO – I partigiani del nuovo millennio si preparano a combattere una nuova Resistenza. Gli anni, infatti, passano pure per l’Anpi, che tra i suoi 1.429 iscritti ormai ne conta solamente un centinaio che hanno visto la seconda Guerra Mondiale. Per questo, oltre a tenere vivo il ricordo, da un po’ di tempo è alle prese con una metamorfosi, un passaggio del testimone tra generazioni, che non è sempre indolore.
La sostanza resta la stessa: la difesa della Costituzione. Le forme, invece, sono diverse: al posto della lotta in montagna ora ci sono le piazze e gli striscioni. Tra gli esempi di questa nuova Resistenza c’è l’entrata dell’Anpi a gamba tesa sulla questione dello sviluppo dell’aeroporto e sul tema dei finanziamenti statali alle scuole private. Ma questo, assicurano, è solo l’inizio.
«E’ il tempo di una nuova Resistenza – spiega Umberto Lorenzoni, presidente dell’Anpi di Treviso – non a servizio dei partiti, ma della Costituzione, nostro unico faro. Ci sono dei temi d’attualità da affrontare con lo spirito dei vecchi partigiani».
A cominciare dall’aeroporto?
«Ne va di mezzo la sicurezza dei cittadini e la tutela del paesaggio: tutte cose previste della nostra Carta. E’ assurdo fare uno scalo del genere a ridosso di Treviso e in mezzo a una risorsa meravigliosa come il Parco del Sile. Meglio spostarlo a Istrana».
Alcuni, anche da sinistra, come Nicola Atalmi, dicono che ci sono in ballo centinaia di posti di lavoro.
«E mi spiace ci sia questa sinistra. La difesa dell’ambiente crea lavoro, non lo riduce. Sino ad ora non lo si è mai rispettato, ma questo non ha evitato i problemi economici. Anzi. Si rischia la stessa giustificazione di chi assume tanta gente per far costruire bombe atomiche».
Quindi l’Anpi comincerà anche altre battaglie?
«Certo, anche sull’elettrodotto da Scorzè a Volpago diremo la nostra. Non si può pensare di distruggere un Paese in nome della rincorsa economica».
A proposito di soldi, davanti agli studenti avete tuonato contro i finanziamenti statali alle scuole private.
«Sono incostituzionali. Abbiamo diversi ragazzi della Rete degli studenti inscritti all’Anpi, così come ci sono tanti altri studenti antifascisti. La scuola non può essere la fabbrica del precariato: i giovani lottano per un futuro migliore e non si lasceranno imbrigliare».
Cosa pensa degli “indignados” che occupano le piazze?
«Sono anch’io un indignato. Non è più possibile restare inermi davanti a una finanza che strangola i popoli. Se ci sarà l’iniziativa “Occupy Treviso” in piazza ci saremo anche noi con le nostre bandiere. E’ strano? E chi dovremmo difendere con le nostre bandiere? Finanzieri come i vertici di Save?».
Ma da dove arriva questa nuova forza?
«La Resistenza non finisce mai, e ora siamo più giovani e combattivi».