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09 novembre 2024

"LA CRISI!" Film

Categoria: Film e animazione - Tags: Coline Serreau, omeopatia

immagine dell'autore

Francesca Salvador | commenti | (8)

 

 

Tre sono i film di Coline Serreau che risuonano alle mie corde emotive.

 

“La crisi!”, del 1992, è uno di questi.

 

Qui la regista rappresenta magistralmente ed in modo efficace le contraddizioni della società attuale: disgregazione dei nuclei sociali e famigliari, frenesia esistenziale, egoismo e competitività esasperata, inversione dei valori.

 

La crisi! parte con un ritmo serrato, frenetico, che poi rallenta nella seconda parte del film, in cui Victor comincia la sua crescita personale alla riscoperta dei veri valori della vita.

 

Alcune scene che amo particolarmente, divertenti ma che possono suggerire spunti di riflessione…

 

Il problema razziale

 

 

 

Omeopatia

 

 

 

Alimentazione

 

 

 

Film completo

 

 

 

Buona visione e buona domenica,

 

Francesca

 

.



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☺ ☺

òcio.. che il troll si aggira per il blog!
chissà quale nefanda perla di "saggezza" ci scaricherà addosso! ☺ ☺

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Carissima, non puoi più stare senza di me ehhh? ti senti persa? bene, ti soccorro subito (così smuovo anche sto mortuorio di blog..) . Siccome quando cerco di farti ragionare no te me scolta mai ti invito a legger LA STAMPA di oggi a pag 17. In una divulgativa intervista al Prof. Mantovani (nol sarà famoso come Simoncini-Mondini ma no importa..) scrive tra l'altro:
"I VACCINI SONO LA MIGLIORE ASSICURAZINE SULLA VITA DELL' UMANITA'"
ed anche:
"L' OMS ha calcolato che solo per il periodo 2011-2020 le vite salvate dai vaccini saranno 2,5 milioni l'anno"
ed anche:
" NO, L'OPINIONE che ci sia relazione tra vaccinazione ed autismo NON HA FONDAMENTO".

Ciao.

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Povero Mantovani!

evidentemente non conosce l'agenda dei neo-malthusiani:

“Sarà il decennio dei vaccini” dichiarava Bill Gates alla fine di gennaio al World Economic Forum di Davos, promettendo una donazione di 10 miliardi di dollari per promuovere la campagna di vaccinazioni dei bambini nei paesi in via di sviluppo. “La ricerca medica” ha aggiunto il fondatore di Microsoft “renderà possibile di salvare la vita di tanti bambini, come mai prima”.

Ebbene, chi si è convinto della svolta filantropica di Gates farebbe bene ad ascoltare il suo intervento alla conferenza della non-profit TED2010 dello scorso febbraio, dal titolo Innovating to zero! La promessa da dieci miliardi rimane. I vaccini pure. Lo scopo dichiarato di Gates, invece, differisce ‘leggermente’. Insomma, mentre a Davos Gates prometteva di salvare otto milioni di Bambini, ora dichiara di voler ridurre la sovrappopolazione mondiale. Ecco un estratto:

Il mondo oggi ha 6,8 miliardi di persone. La cifra va verso i 9 miliardi. Se faremo un buon lavoro con i nuovi vaccini, la sanità e i servizi medico-sanitari riproduttivi, potremmo ridurre [quei nove miliardi] forse del 10 o del 15 per cento.

Ora, delle due l’una: o i nuovi vaccini promossi da Gates hanno lo scopo di ridurre la popolazione vivente eliminandola – e perciò sono potenzialmente letali; oppure, gli stessi vaccini compromettono le capacità riproduttive dei vaccinati. Ovvero, l’esatto contrario degli scopi dichiarati a Davos, alimentando così i sospetti (se ancora sono solo tali) che sulle popolazioni in via di sviluppo vengano testati farmaci di dubbia efficacia.

Non esistono molti margini di interpretazioni e l’ipotesi di una gaffe è molto improbabile, anche perché la soluzione illustrata da Gates fa parte di un teorema ben preciso.

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Carissima,
ancora una volta centrato nel segno.
Esilarante.
Suo Felix

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Caro Comandante,
grazie dell'apprezzamento.

Quando la realtà si può veicolare con un po' di umorismo, lo faccio sempre volentieri!
Sua Francesca

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Ma il suo blog, l'intera sua opera blogghistica è umorismo puro!
Se lei non ci fosse, su questo giornale, bisognerebbe inventarla, Sig.ra Complottista!

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Cara Sig.ra Francesca,
Nella tarda serata ho terminato la visione di: "La Crisi". L'ho trovato un bel film, completo, innovativo e ben strutturato. Mi ha dato molte emozioni e ritengo che il regista abbia centrato i grandi problemi della società di oggi con largo anticipo. Mi ha un po' deluso la fine che avrebbe potuto essere migliore, alla luce delle premesse. Le conclusioni sono infatti il momento in cui si tirano le fila di quanto si è detto sino a quell'istante, per rafforzare i concetti e lasciare che sedimentino nella mente di chi ha ascoltato il messaggio. I punti erano molti: dall'incapacità di dialogare nelle famiglie al caos dovuto a doppie e triple unioni, dalla libertà individuale alle sofferenze di chi non ha fissa dimora, dalla società del benessere ai problemi rappresentati dall'immigrazione, dal ruolo dei politici nella società alla necessità di saper ascoltare gli altri. In fondo il film ci lascia uno spiraglio che ci potrebbe far pensare che, se esiste l'amore all'interno di una coppia, tutto è sopportabile, ma ciò può avvenire solamente se non ci si fa stritolare dal sistema.
Per il regista siamo forse tutti vittime di una corsa sfrenata che però non ha un punto di arrivo e che ci fa perdere le bellezze reali, dalla passeggiata in montagna al sorgere del sole sulla Senna. Soprattutto il film ci spinge a guardare agli uomini non per ciò che possiedono ma per ciò che sono. Si vede nel film il tocco di una donna, la sua sensibilità e il suo coraggio, quello che fa dire alla mamma del protagonista che da quel momento in avanti avrebbe pensato a se stessa, dopo essersi donata completamente alla famiglia per oltre 30 anni senza che nessuno ne avesse apprezzato a fondo l'impegno e la dedizione. Tutto è gestito con un fine umorismo e la trovata del barbone "razzista" che segue Victor l'ho trovata eccezionale.
Ma il messaggio più importante e qui chiudo con la mia critica al film, è che l'uomo dovrebbe ritornare a vivere secondo i tempi dettati dalla natura e liberarsi della schiavitù rappresentato dalla società odierna. E' un messaggio ecologista, espresso da chi dimostra di preoccuparsi molto per la vita dell'uomo sulla terra. La crisi di coppia è secondo me una scusa per mettere sul tappeto la crisi della nostra esistenza quella di persone prive di aspettative al di fuori del denaro e dell'affermazione sociale. E' per la regista arrivato il momento di cambiare e se anche il cambiamento dovesse costare tanto non ci sono alternative.
suo Felix

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