I QUOTIDIANI NAZIONALI CONTRO TREVISO
L'Avvenire e L'Unità puntano i riflettori sul capoluogo della Marca e sul vice-sindaco Gentilini
Treviso - Doppio attacco dalla stampa nazionale a Giancarlo Gentilini e alla "sua" città: ieri l'Unità ha pubblicato un servizio di Toni Fontana intitolato "Apartheid a Treviso: tolleranza doppio zero". E dalle colonne dell'Avvenire i vescovi italiani si dicono preoccupati per il clima di montante razzismo fomentato anche dalle parole del vice sindaco.
Giancarlo Gentilini è un fiume in piena davanti al suo popolo, riunito a Venezia domenica scorsa per la tradizionale festa in laguna. Nel mirino come sempre gli immigrati, ma anche i giornalisti che parlano male della Lega, e i giudici non veneti.
Davanti ai militanti che lo acclamavano, il vicesindaco di Treviso ha snocciolato il “vangelo secondo Gentilini”, facendo indignare non poco i vescovi italiani, che ieri lo hanno attaccato con un durissimo editoriale dell’«Avvenire» intitolato «Il razzismo come rabbia oscura delle viscere».
«Dal palco del raduno di Venezia - si legge nell’articolo - il prosindaco di Treviso ha gridato “che gli immigrati vadano a pregare e pisciare nel deserto”. E certo ha parlato l’anima più becera del partito: ma ci sarebbe piaciuto che qualcuno, nello staff leghista, se ne fosse dissociato».
Pesanti critiche al Gentilini-pensiero una settimana fa gli erano state mosse della curia trevigiana, che lo aveva invitato ad abbassare i toni sul caso-moschea nel quartiere di San Liberale. I vescovi italiani si dicono preoccupati per il clima xenofobo che si respira nel nostro paese, per la rabbia che cresce sempre più contro gli immigrati, e che poi sfocia in tragedie come quella dell’omicidio del giovane Abdul. Un clima che atteggiamenti e sparate come quelle di Gentilini rischiano di rendere incandescente.
Pare condiviso anche dal quotidiano «l'Unità».
«Nessuno parla, nessuno offende, occorre osservare con discrezione per cogliere certi sguardi che solo i veneti sanno fare, occhi fulminei che tagliano l'aria. E dicono tutto». Così Toni Fontana sul quotidiano fondato da Gramsci descrive il clima che circonda gli immigrati di origine araba a Treviso. Secondo il giornalista dell'Unità nel capoluogo della Marca la partita si sta facendo pesante, tanto che prima o poi potrebbe scapparci il morto.
Dietro questo clima di tensione ci sarebbe niente meno che il Klu Klux Klan. Ma Fontana non esime dalle sue responsabilità nemmeno la "cupola leghista" che amministra la città e che avrebbe deciso di rendere Treviso la capitale della nuova crociata contro l'Islam.