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12 dicembre 2024

Vittorio Veneto

Cesana, stop ai lavori. Ma perché?

Camerin e Cda rivendicano la scelta di recedere dal contratto

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Cesana, stop ai lavori. Ma perché?

VITTORIO VENETO - L'Istituto Cesana Malanotti non smette mai di sorprendere. Dopo il licenziamento (con giallo) del direttore e l'indagine (sospetta) della Procura di Venezia, ecco il blocco dei lavori per la nuova ala: un padiglione con 20 posti letto che avrebbe dovuto sorgere a fianco della casa di riposo vittoriese.

Con un atto stipulato a gennaio, l'impresa Camerin avrebbe dovuto eseguire lavori per due milioni di euro e terminare l'opera entro 380 giorni. Ma l'appalto è saltato. E, ora, sia il Cda del Cesana che l'impresa costruttrice rivendicano come propria la scelta di recedere dal contratto. Per Roberto Camerin, impresario dell'omonima ditta, "Il contratto è saltato per mancate risposte da parte dell'ente". "Da giugno - spiega Camerin - non ho alcuna risposta da parte del Cesana. Per ampliare lo scantinato e portare a termine una serie di opere che mi sono state commissionate, ho bisogno di risposte certe. Per contratto devo avere un'autorizzazione economica, per procedere. Ho bloccato il cantiere perché impossibilitato dal silenzio dell'ente appaltante a continuare i lavori. Da giugno, fanno finta di niente. Ignorano le mie richieste. E così, il 14 ottobre scorso, ho inviato all'ente una raccomandanta in cui, dopo 8 pagine di dettagliate spiegazioni, chiedo la risoluzione del contratto".

 

Camerin, non ha ricevuto alcuna risposta. Ma il Cda del Cesana, lunedì sera, si è riunito, procedendo alla risoluzione del contratto con l'impresa costruttrice in quanto questa non avrebbe portato a termine le premesse: terminare i lavori entro 380 giorni. Secondo il Cda del Cesana, Camerin l'avrebbe tirata troppo per le lunghe. Ma all'impresario non è stato detto nulla: chiederà un risarcimento dei danni.

 

Che qualcosa non andava nell'andamento dell'opera se ne erano già accorti i consiglieri comunali del Pd Alessandro De Bastiani e Giuseppe Costa, che avevano presentato una domanda di attualità in consglio comunale a fine settembre, denunciando la prolungata sospensione dei lavori della nuova ala dell'istituto. "Questi fatti (licenziamento del segretario, indagine della procura, blocco dei lavori) fanno sorgere perplessità sulla capacità politica e di indirizzo dei componenti del Cda - è la denuncia del consigliere Costa - che ha permesso l'insorgere di situazioni ora esplose, le cui conclusioni non sono facilmente prevedibili, sia per quanto riguarda i tempi che i costi".

Costa ipotizza il salasso che la sospensione dei lavori, la risoluzione del contratto e un nuovo bando di gara comporteranno. "Parcelle degli avvocati per la difesa nel ricorso dell’impresa; incertezza sul risultato della causa o costo dell’eventuale accordo transattivo con l’impresa per i lavori già fatti; costo del nuovo bando di gara (sarà di due o di tre milioni?); parcella degli avvocati per la probabile causa di lavoro con il segretario licenziato; costo per un eventuale accordo transattivo con il segretario... Il cittadino  - cocnlude il consigliere - si chiede : di chi è la responsabilità di tutto ciò e soprattutto, chi pagherà tutto questo?"

Già, chi?

 



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