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15 agosto 2024

Vittorio Veneto

NON PARLATE DI RAZZA PIAVE. MI OFFENDETE!

Chiara Cucchiarato, scrittrice e giornalista trevigiana emigrata-per-forza a Barcellona, è una dei protagonisti di Comodamente

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

NON PARLATE DI RAZZA PIAVE. MI OFFENDETE!

VITTORIO VENETO - E’ partita da Treviso con una laurea e una tessera di giornalista. Ora vive e lavora a Barcellona. In quell’altrove che – oltre alla sua realtà quotidiana - è diventato il tema di un libro pubblicato da Bruno Mondadori (Vivo altrove. Giovani e senza radici: gli emigranti italiani di oggi) e di un blog che si nutre di giorno in giorno di nuovi apporti e testimonianze.

Claudia Cucchiarato (in foto), 31 anni, trevigiana doc è una dei nuovi migranti. Una dei tanti giovani costretti a lasciare l’Italia (e il ricco Nordest) per trovare altrove, appunto, un lavoro dignitoso. O una prospettiva professionale adeguata a quello che si è, che si vorrebbe cercare di essere.

Da Barcellona, dalla sua giovane età, dall’esperienza maturata come migrante, Claudia parla con amarezza di una condizione imbastita con i tremuli fili della precarietà (“i ragazzi emigrati all’estero non pensano al futuro: oggi sono qui, domani chissà”), della sottile, inevitabile nostalgia di casa, dell’eco di una terra che dalla tivù grida alla separazione, senza vedere che la separazione è già avvenuta. E’ quella dei ragazzi strappati alla radici di casa, costretti a volare là dove li porta il caso.

Claudia, cosa le manca di Treviso??

Mi manca la mia famiglia, mia mamma, mio papà, mia nonna, alcuni amici, i prodotti che i miei preparano nel loro agriturismo... Direi che basta così.

Come sono visti i veneti a Barcellona??

Non credo che gli spagnoli o i catalani sappiano differenziare molto tra veneti, liguri o pugliesi. In generale credo che ci vedano in modo positivo, almeno finché non creiamo conflitti e finché cerchiamo di adattarci alla loro società. Certo, negli ultimi anni sono arrivati talmente tanti italiani a Barcellona e in generale in Spagna che hanno iniziato anche loro a vederci come 'invasori' in un certo senso. Ma le relazioni sono comunque molto cordiali e la disponibilità ad accoglierci, a darci la possibilità di fare cose nel loro paese e a crescere pur nelle differenze, c'è sempre.??

Come vive la sua condizione di emigrante??

È difficile parlare di futuro quasi sempre quando si parla con un neomigrante italiano. Non sappiamo nemmeno cosa faremo il prossimo mese, quindi per me e per quasi tutte le persone che ho intervistato per il mio libro e nel mio blog è difficile dire se torneremo o se ci sposteremo in un posto nuovo. Posso dire comunque che sono pochissime le persone che ho intervistato che mi hanno detto di voler tornare in Italia a breve. Altrove di solito troviamo condizioni che rendono la vita più comoda e ci disabituiamo ai ritmi o alle trappole dell'italian way of life.??

Che differenze ritiene ci siano tra gli emigranti italiani di un secolo fa e quelli di oggi?

Qualcuno parla di 'valige di cartone' contro 'borse per pc portatile'. Ci sono differenze abissali tra l'emigrazione del secolo scorso e quella attuale, a cominciare dalla preparazione dei nuovi migranti: sappiamo più lingue, conosciamo i posti in cui andiamo, abbiamo fatto l'Erasmus, siamo connessi alla nostra famiglia in Italia costantemente via skype, viviamo soprattutto in Europa e possiamo tornare 'a casa' quando vogliamo grazie ai voli low cost: siamo i migliori clienti di Vueling o Ryanair... Eppure non si tratta di un'emigrazione meno 'disperata' dal punto di vista sociale, perché anche noi abbandoniamo un paese che non ci offre quello che ci serve e purtroppo non lo offre nemmeno ad altri giovani delle stesse caratteristiche: l'Italia è il paese meno appetibile tra quelli dell'Ocse per i cosidetti 'cervelli in fuga', si lascia scappare i giovani più ambiziosi e intraprendenti, ma non riesce nemmeno a sostituirli con altri provenienti da paesi simili... Insomma, l'emigrazione di un tempo almeno mandava a casa le rimesse, il Veneto ha ricevuto moltissimo dai nonni emigrati in Belgio o sud America. L'emigrazione di oggi è solo una grandissima perdita, uno spreco di soldi, energie, possibilità di riscatto.. È un dissanguamento senza possibilità di trasfusione che dovrebbe essere tamponato presto, anche se le cose da cambiare sono tante e sostanziali.??

Torniamo a…casa. In Veneto da diverso tempo qualcuno inneggia alla secessione. L’Italia sembra diventata solo un’entità scomoda…

Credo che queste 'etichette' non abbiano senso nemmeno in Veneto, figurarsi se le sopporto fuori confine.. Proprio da veneta, trevigiana puro sangue da generazioni, credo di avere il diritto di essere la più arrabbiata detrattattrice del populismo e la scandalosa stupidità con cui si conducono battaglie che in altri termini potrei anche condividere. Per esempio, credo che conservare il nostro dialetto o le nostre tradizioni in una società sempre più liquida e globale sia sacrosanto e importantissimo, ma urlarlo in piazza san Marco o in televisione parlando di 'razza piave', scusate ma lo trovo offensivo anche per me.


Claudia Cucchiarato interverrà a Comodamente venerdì 2 settembre nell’ambito di iTalens. L’incontro è ambientato nella Chiesa di San Giuseppe, a Serravalle di Vittorio Veneto, alle ore 19.30.

Stefania De Bastiani

 


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