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02 novembre 2024

Conegliano

"Non si abusi più del referendum in questo modo"

Le considerazioni del consigliere Diego Polese, esponente del Pd di Codogné

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

CODOGNE' - Il referendum sulla giustizia non ha raggiunto il quorum. I numeri e le percentuali hanno fatto discutere, visto la scarsa affluenza registrata nella giornata di domenica. Pubblichiamo qui l’intervento di Diego Polese, docente e consigliere comunale del Pd di Codogné, che ha diramato alcune considerazioni sull’esito del referendum.

 

L'esito dei cinque referendum sulla Giustizia è ben lontano dal quorum (circa il 20% sia a livello nazionale che nel mio Comune, Codognè). Risultato atteso, ma, mia opinione, non con un'astensione di questa portata. Nei Comuni in cui si è votato anche per l'elezione del Sindaco, ciò ha agito da traino, ma non in modo uniforme. Per quanto mi riguarda, sono andato a votare. Credo che si debba partecipare alle occasioni in cui si è chiamati a farlo, sempre.

 

Inoltre, ho ritenuto che la maniera migliore per esprimere la mia contrarietà all'utilizzo dello strumento referendario in questo modo fosse votare no in tutti i quesiti. Il referendum è uno strumento potentissimo, in grado di raccogliere l'opinione popolare (si veda quello per l'autonomia del Veneto del 2017, anche se "fatto in casa") ed indirizzare in maniera decisiva l'azione di chi governa (si consideri per esempio quanto accaduto con il voto referendario del 2011 su acqua pubblica, nucleare, ecc.). Sono convinto che se i quesiti fossero stati su temi polarizzanti come Eutanasia e Cannabis, l'esito sarebbe stato ben diverso, sia in termini di dibattito che di voto.

 

Qui, invece, ci si trovava di fronte a quesiti molto tecnici e su un tema che, evidentemente, non è percepito vicino ed accessibile da una buona parte dei cittadini. La compagine dei promotori dei cinque referendum sulla Giustizia era politicamente piuttosto composita. Spiccavano i Radicali e la Lega, quest'ultima senz'altro decisiva in termini di visibilità e realizzazione concreta dei quesiti (ricordo ancora i banchetti nelle piazze, in particolare in piazza Europa nel mio Comune). Credo che la volontà di Salvini sia stata quella di politicizzare il referendum, un ennesimo strumento per verificare il proprio consenso, mantenendo un piede nel Governo e, nonostante la discussione in corso della riforma Cartabia, proponendosi allo stesso tempo come forza movimentista.

 

Spero che ora da parte leghista arrivi un'analisi che tenga conto degli errori commessi, senza piagnistei e colpe addossate a media e "giornaloni" ostili. Concludo dicendo che ritengo il Parlamento, nonostante le sue debolezze riconosciute, il luogo adatto alla discussione e riforma di ambiti come la Giustizia, con risvolti così complessi. Per favore, non si abusi ancora in futuro del referendum in questo modo, con il rischio di svalutarlo e di sprecare denaro pubblico per la sua realizzazione. I have a dream: che la prossima volta si voti proprio su Eutanasia e Cannabis...

 

Leggi anche: 

Referendum giustizia senza quorum, flop storico

 



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Roberto Silvestrin

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