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25 aprile 2024

Castelfranco

Il nuovo museo di Castelfranco come casa della memoria e della creatività

Nell'incontro "Ideare il museo" si è iniziato a discutere di come potrà essere il nuovo museo civico, tra gli esempi del passato e la volontà di creare un luogo vivo e propulsore di cultura.

| Leonardo Sernagiotto |

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| Leonardo Sernagiotto |

ideare il museo Castelfranco

CASTELFRANCO - Dopo 80 anni, il tormentato museo civico di Castelfranco vedrà finalmente la luce. Dal 1942, le civiche collezioni museali sono sparse tra vari uffici comunali o depositate nei magazzini comunali. Per dare loro una sede stabile, il Comune di Castelfranco ha acquistato Palazzo Soranzo-Novello, per una spesa di circa 3 milioni e 600mila euro.

Ora la vera sfida è riuscire a ideare e realizzare un museo che possa valorizzare le raccolte museali, estremamente eterogenee, spaziando dalle armi antiche ai burattini di Beppe Pastrello, dai fossili e minerali alla pinacoteca, passando per monete, ceramiche artistiche, reperti archeologici.

Un compito non certamente facile, soprattutto perché nelle intenzioni dell’Amministrazione vi è la volontà che Palazzo Soranzo-Novello non sia solo un luogo di conservazione dei beni museali, ma uno spazio vivo, in continuo dialogo con la città e con gli altri istituti della cultura (come biblioteca e museo Casa Giorgione), un centro propulsore della cultura a Castelfranco.

Se ne è parlato nel convegno “Ideare il museo”, assieme ai professori e architetti Marco Mulazzani, Antonello Stella, Anna Maria Visser e Gabriele Toneguzzi. Il punto di partenza è stato osservare l’operato dei grandi dell’architettura in materia museale, come lo studio BBPR, Franco Albini, Carlo Scarpa, e confrontarlo con gli esempi museali contemporanei.

È emerso con forza come i reperti e le opere debbano dialogare con l’edificio e con i suoi spazi, in una relazione definita “teatrale” ed “emozionale”, stimolando il pubblico senza che questo quasi se ne accorga. Un museo deve poi essere il frutto di un lavoro collettivo, avere un solido piano scientifico culturale che permetta un dialogo costruttivo tra tutti gli attori in campo, dall’Amministrazione agli architetti, dal comitato scientifico alla comunicazione.

I tempi tuttavia stringono: come ha evidenziato il sindaco Stefano Marcon, occorre lavorare per avere un progetto pronto in vista dei finanziamenti pubblici. “Il museo non potrebbe essere finito con risorse proprie del Comune – ha dichiarato il primo cittadino –. Ben vengano i confronti e le idee per essere pronti a cogliere le opportunità. Abbiamo preso un treno che non sarebbe più passato e che ora potrebbe diventare il polo culturale della città”.

 



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Leonardo Sernagiotto

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