Ordigni bellici: vietato toccare
A cent'anni di distanza la Grande Guerra fa ancora paura
| Julia Gardiner |
MONTEBELLUNA – “Operiamo ogni giorno in tutto il Friuli e nelle province di Treviso e Venezia, bonificando più di 1.500 ordigni l’anno, in interventi che, nel solo 2013, hanno superato quota 460”. A parlare è il Ten. Col. Stefano Venuti, capo degli artificieri del 3° Reggimento genio guastatori di Udine, una delle sette unità dell’Arma del Genio che il Comando Forze di Difesa Interregionale Nord di Padova coordina nelle attività di bonifica del territorio centro - settentrionale della penisola dai numerosi residuati bellici inesplosi ancora esistenti.
E sono stati proprio loro ad intervenire, nei giorni scorsi a Montebelluna, a fronte del ritrovamento, a casa di Stefano Cecchetto, di una granata calibro 149 millimetri, quattro granate calibro 140 millimetri, una granata calibro 120 millimetri, una cartuccia “Very” ed una bomba “M16”, ordigni che verranno distrutti non appena l’Autorità Giudiziaria darà il via libera.
“La gran parte dei ritrovamenti riguarda ordigni della Grade Guerra” spiega il Ten. Col. Venuti “in quel periodo i concetti alla base della produzione di ordigni erano molto diversi da ora, si utilizzavano materiali di prim’ordine finalizzati a durare nel tempo e proprio per questo anche a distanza di 100 anni una bomba può essere ancora perfettamente funzionante”. La prima regola, in caso di ritrovamento di un ordigno, quindi, è “non toccare”, anche perché, ci avvisano al 3° Reggimento genio guastatori di Udine, una bomba, dopo tutto questo tempo, può persino trasudare sostanze molto pericolose.
“Nelle nostre aree di competenza si trovano anche munizioni al gas, siano lacrimogeni, asfissianti o, più raramente, iprite, perché l’Isonzo e il Piave furono le are più colpite da questo tipo di ordigni” continua il Ten. Col. Venuti “e dopo un secolo i proiettili a caricamento chimico diventano ancora più pericolosi degli altri perché l’involucro, naturalmente più sottile, è maggiormente soggetto all’usura rispetto ad altri ordigni, come le granate, che erano progettati per produrre danni attraverso le schegge. Un esempio sono gli ordigni contenenti acido picrico, in quanto la miscela reagisce con il metallo presente sull'involucro del proiettile e rende estremamente pericoloso anche il solo sfregamento”.