PIAZZA POLA BLINDATA, L'INDIGNAZIONE NON ARRIVA DAVANTI A BANKITALIA
Agenti in tenuta anti-sommossa bloccano il sit-in degli indignados
| Mauro Favaro |
TREVISO – Blindati a bloccare le strade, forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa e agenti in borghese. Una settantina, in tutto. E’ stata questa l’accoglienza che polizia e carabinieri hanno riservato ieri pomeriggio agli indignati trevigiani che, dopo aver “occupato” venerdì scorso piazza Indipendenza, attraverso Facebook avevano organizzato un altro sit-in davanti alla Banca d’Italia in piazza Pola.
L’obiettivo era quello di trovarsi a discutere della situazione economica e a manifestare davanti al palazzo per gli “indignados” simbolo della crisi e dei diktat della Bce. I ragazzi, una ventina di giovani, sono arrivati alla spicciolata poco prima delle 18. Ma dopo essere passanti accanto ai blindati e alle volanti, al centro di via Barbiera e piazzetta dei Lombardi, non hanno nemmeno provato ad avvicinarsi alla banca e si sono raccolti all’angolo di via Paris Bordone ad osservare un dispiegamento di forze che non si aspettavano affatto.
“Pensavamo che il questore avesse l’intelligenza di non fare una cosa del genere – è sbottato uno degli indignati – invece si preferisce creare tensioni anche dove non ci sono”. Le forze dell’ordine hanno identificato alcune persone e passato in rassegna bombolette spray e striscioni. La situazione di stallo si è protratta per almeno mezzora: venti indignati da una parte e una settantina di agenti, con scudi e manganelli, dall’altra.
“Ma tutta questa polizia è qui solo per loro? – ha chiesto una passante – pensavo arrivasse Berlusconi”. Verso le 19 gli "indignados" si sono spostati in piazza Indipendenza, pure questa guardata a vista dalla polizia, e ha srotolato lo striscione che avrebbero voluto sistemare accanto alla Banca d’Italia. “People before profit”. “La gente prima del profitto”.
“Ci dicono che piazza Pola è presidiata perché considerata di destra (qui c’è il cippo per i caduti delle foibe, ndr): assurdo, le piazze sono di tutti, soprattutto di quelli che ci si ritrovano per discutere, e se si vietano manifestazioni dove ci sono banche vuol dire vietarle ovunque – ha spiegato Monica Tiengo, una degli indignati – anche a Treviso ci si è allineati alla logica di contrapporsi con la forza a dei giovani che vogliono discutere di un sistema dominato dalla finanza. La sproporzione, poi, è incredibile: non abbiamo mai fatto azioni violente ed è assurdo spendere soldi pubblici così”. A quanto pare, comunque, il sit-in è solo rinviato.
"Le regole vanno rispettate da tutti: non ci era arrivata nessuna comunicazione e andare a manifestare in quella piazza, dove storicamente si ritrovano i movimenti di destra, era una chiara provocazione - ha spiegato il questore, Carmine Damiano - se ci avessero avvisati avremmo individuato un'altra piazza dove far svolgere la manifestazione".