"PRIMA IL NORD" SLOGAN DELLA FESTA DELLA LEGA
Maroni contro il governo Falli-Monti, punta ai ceti produttivi del nord
| Isabella Loschi |
VENEZIA – Lungo la Riva dei Sette Martiri, col suo verde padano, il palco galleggiante e le note del "Va pensiero" di Giuseppe Verdi, un mese in ritardo rispetto al passato, si è tenuta la festa della Lega.
A caratterizzare l'edizione 2012 della kermesse, lo slogan "Prima il Nord", accompagnato da critiche e insulti al governo, ai suoi sostenitori, al capo dello Stato «e a quelli che a Roma fanno festini con i soldi nostri», o «tassano le prime case dei cittadini anziché le mignotte». Poco più di 10 mila presenze 269 pullman messi a disposizione per i militanti e e 3 treni speciali da Milano, Bologna e Trieste. Nessun abito da vichingo, l’edizione 2012 è sembrata più sobria del passato, limitandosi ai fazzoletti verdi e qualche slogan stravagante sulle magliette dei militanti.
Sul pontone galleggiante, si sono susseguiti sul palco quasi tutti gli esponenti del Carroccio: da Calderoli, al presidente Umberto Bossi, il segretario della lega Flavio Tosi, Roberto Maroni e i governatori del Piemonte, Roberto Cota e del veneto Luca Zaia, impegnato in una campagna di riduzione dei costi della politica. «Questa è la festa contro chi voleva la Lega morta e sepolta. Noi siamo qui per dire quello che abbiamo in mente. Siamo qui contro il Governo falli-Monti». Così ha aperto il suo discorso Roberto Maroni. Il segretario della Lega ha illustrato al popolo padano un progetto: si tratta di allargare la base elettorale con proposte in grado di intercettare il consenso dei ceti produttivi che creano ricchezza al Nord. Il popolo leghista si è limitato all'attenzione dei discorsi e alle parole d'ordine lanciati dai propri leaders, tributando applausi e ovazioni bipartisan al presidente Umberto Bossi e al segretario federale Roberto Maroni.
«Avrà anche abbandonato simboli celtici, ampolle ed alabarde, ma la Lega ieri a Venezia è sempre la stessa: anti-italiana, secessionista e intollerante»- ha riportato in una nota l’onorevole Giorgio Conte, vicepresidente del Gruppo parlamentare FLI alla Camera dei Deputati e coordinatore regionale FLI del Veneto. «Il presidente Zaia, dimenticando di aver giurato come Ministro e di essere un uomo delle Istituzioni, tuona contro lo Stato e richiama l'autonomia che “bisogna prendersela e non più chiederla”. Slogan vecchi di vent'anni – secondo Conte - irresponsabili ed inaccettabili, almeno quanto non sono più comprensibili rigurgiti localistici e anti-nazionali». «È del tutto evidente agli italiani, e giova ricordarlo anche alla Lega – conclude- che L'Italia potrà trovare uno sbocco all'attuale crisi, non solo economica, quanto più in fretta troverà consapevolezza di un destino comune».
Tra gli stand della festa della Lega, molti i gadgets dedicati alla cucina. Ma il pezzo forte, esaurito in poche ore "Padanino", bambolotto biondo dagli occhi azzurri con camicia e culla verdi. Più difficile, invece, la vendita a 1 euro degli "occhiali di Maroni", made in China.