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28 novembre 2024

Oderzo Motta

PROCESSO MOREIRA: INQUIETANTI RETROSCENA

Spunta il complice

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PROCESSO MOREIRA: INQUIETANTI RETROSCENA

TREVISO – L’auto parcheggiata e la posizione di Giuliana quando la madre l’ha lasciata per andare, come ha dichiarato, a prenderle le scarpe lasciate in macchina. Su questi due elementi si potrebbe giocare il processo a carico di Simone Moreira, la 23enne brasiliana accusata dell’uccisione della figlioletta morta annegata nel Monticano il 2 settembre 2009. La Moreira ieri non era in aula, ufficialmente a causa di un colpo di frusta anche se da più parti circola la voce che la 23enne brasiliana, rimasta a Busto Arsizio dal nuovo fidanzato. E intanto, da un’alta intercettazione telefonica, spunto un retroscena inquietante su un complice.


La svolta è emersa ieri quasi al termine della terza udienza del processo a carico della brasiliana, quando sul banco dei testimoni è salita Aline, l’amica da cui Simone è andata subito dopo aver perso la figlia.


L’intercettazione

«Simone ha cambiato versione tre volte su dove aveva lasciato la bambina, e se l’avesse lasciata su una panchina e la bambina fosse caduta all’indietro finendo in acqua?». A porsi l’interrogativo mentre parla al telefono con l’amica e conterranea Adriana, senza sapere di essere intercettata, è Aline. Una panchina che appare per la prima volta nelle dichiarazioni della teste, mai rese davanti ai carabinieri. Il giudice Gioacchino Termini ha chiesto alla teste cosa intendesse riferendosi a quella panchina: «Se la bimba è caduta da una panchina è finita a terra, ma se lei parla di una ringhiera che dà sull’acqua la situazione cambia». La brasiliana posta di fronte alle sue stesse dichiarazioni ha detto di non riuscire a ricordare ed ha chiesto la possibilità di ascoltare la registrazione per capire. Richiesta che è stata accolta e Aline sarà risentita nella prossima udienza del 19 ottobre.


La posizione dell’auto di Simone

Discrepanze tra le dichiarazioni dell’imputata e quelle dei testimoni anche sulla posizione dell’auto della brasiliana, una Mercedes Classe A scura. Particolarmente rilevante a questo proposito è la testimonianza di Luisa Rossetto, titolare del negozio «Segni di Moda», di via Umberto I che ha sostenuto di aver visto un’auto in tutto e per corrispondente a quella di Simone, anche nel seggiolino per bimbi, parcheggiata davanti al suo negozio già dal primo pomeriggio del 2 settembre: «L’ho notata perché era dove di solito parcheggio io. Il seggiolino lo ricordo benissimo era rosso e beige. Ho pensato che l’auto fosse di un nuovo condomino visto che è rimasta lì al pomeriggio del giovedì, finché non sono venuti i carabinieri a rimuoverla».

Una tesi che l’accusa rappresentata dall’avvocato Antonio Sforza che ha affermato di avere «prove che i testimoni sono condizionati», ha cercato di smontare con le dichiarazioni di Aline. Ciò che è stato detto dalla testimone, infatti, contrasta con le dichiarazioni di Simone che ha sempre sostenuto di aver parcheggiato in piazza Rizzo. «I testi hanno smentito l’imputata – spiega Luigi Fadalti, avvocato di parte civile dei Favaro -. Nell’ipotesi più ottimale per lei c’è l’omicidio colposo perché è chiaro che ha abbandonato la figlia». Ad aumentare i dubbi la testimonianza di Aline: «Quando siamo tornate in centro – ha raccontato -, ho guidato io, ho lasciato l’auto in via Umberto I perché era il primo posto libero». Una coincidenza che non ha però convinto il giudice Gioacchino Termini: «Lei capisce che lei abbia parcheggiato esattamente dove alcuni testimoni dicono di aver visto l’auto dal pomeriggio è una casualità che appare strana».


Il complice

E un nuovo inquietante retroscena nella vicenda arriva ancora dalle intercettazioni. Questa volta la conversazione catturata è quella tra Aline e Rachel, un’amica brasiliana che vive a Maserada e che parlano dell’ex fidanzato di Simone, il titolare del salone di massaggi di Villorba dove Simone si prostituiva. «C’è un’altra persona in mezzo – dice Aline all’amica -, l’ho detto a Renato Lady (un pievigino e la sua compagna brasiliana, ndr) ha detto che se lei non ha avuto il coraggio di buttarla l’ha buttata il fidanzato. Non ci sono modi che questa bambina cada nella buca».

Milvana Citter

 

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