Il professore a Mosca durante la guerra: "Viviamo alla giornata, ma in Italia arrivano segnali un po' alterati"
Filippo, insegnante italiano, vive e lavora nella capitale russa: "Qui si ha una percezione di normalità totale"
MOSCA - “Qui a Mosca si ha una percezione di normalità totale, la vita scorre normalmente”. Filippo, insegnante italiano, vive e lavora nella capitale russa. La città, però, sembra non risentire del conflitto tra Russia e Ucraina. L’uomo conferma quindi le informazioni che ci sono state fornite ieri da Alessio Gava, professore vittoriese che insegna proprio a Mosca.
“Abito a 7 chilometri dal Cremlino – spiega Filippo -. Per ora il consolato e l’ambasciata non ci hanno dato indicazioni riguardanti la Dad. Per precauzione saremo in didattica a distanza fino a lunedì, ma martedì dovremmo tornare a scuola”. A breve il professore di origini marchigiane tornerà in Italia: il viaggio, però, è stato programmato molto tempo fa, e non è legato all’evoluzione del conflitto.
“Voglio partecipare al concorso pubblico per insegnanti che si terrà tra qualche settimana. Ho preso i biglietti di andata, la partenza è prevista per il 23 da Tallinn, capitale dell’Estonia. Ho acquistato anche i biglietti per il ritorno, dovrei tornare a Mosca il 31 marzo”. I dubbi sono legati più che altro al rientro e alle difficoltà che potrebbero insorgere nelle prossime settimane.
“Viviamo alla giornata – dice Filippo -. Tornerò in Italia per una decina di giorni, poi vedrò cosa fare alla fine del mese”. “Alcuni connazionali vorrebbero rientrare subito in Italia – aggiunge -. Se l’ambasciata si ritirerà, ovviamente ce ne andremo anche noi”.
Che aria si respira nella capitale? “Noi guardiamo i notiziari italiani, ma credo che in Italia arrivino segnali un po’ alterati – sostiene l’insegnante -. Qui in Russia non c’è nessuna mobilitazione. Per quanto riguarda le posizioni “politiche”, invece, i russi sono contro il conflitto, non contro le idee di Putin”.
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