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03 settembre 2024

Italia

Quel porcellum va soppresso

Si discute sulla legge elettorale. Solo una cosa è certa: va fatta

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Quel porcellum va soppresso

ROMA - All'interno del programma votato dai due rami del Parlamento con la fiducia al Governo, un posto di rilievo occupa il capitolo delle riforme costituzionali e della legge elettorale. Sono argomenti ormai triti e ritriti da parte dei due rami del Parlamento negli ultimi anni, senza che siano state apportate le modifiche, che tutti i partiti, a voce, ritengono necessarie, ma che, di fatto, non sono mai state realizzate.

Con un pizzico di fiducia, oggi sembra che il nuovo Governo delle larghe intese possa raggiungere almeno alcuni obiettivi. Rispetto al passato, si è dato alcune scadenze di carattere temporale, per cui dovrebbe essere più facile una valutazione di quello che effettivamente viene realizzato.

 

Con uno stile diverso, rispetto al recente passato, Enrico Letta ha introdotto un metodo di lavoro, che, ai due primi appuntamenti, ha dato riscontro positivo. Il metodo consiste in incontri collegiali tra i ministri competenti sugli argomenti da discutere e le forze politiche di maggioranza. Dopo l'esame si ratificano le decisioni da portare nel Consiglio dei Ministri, per formalizzare le proposte e farle approvare dal Parlamento. La legge elettorale, strumento fondamentale per la democrazia, ha ricevuto un aiuto imprevisto dalle circostanze. Infatti Governo e Parlamento devono tenere conto dell'intervento, forse insperato, della Cassazione, che, in data 17 maggio 2013, ha accolto il ricorso di un cittadino, Aldo Bozzi, presentato nel novembre 2009 sulla legge elettorale, la n. 270/2005, meglio nota come porcellum. Dopo due passaggi previsti dalla legge, dapprima il Tribunale di Milano il 18 aprile 2011, successivamente la Corte di Appello il 24 aprile 2012, la Cassazione ha dichiarato "rilevanti e non manifestamente infondate le richieste in relazione a diversi articoli della Costituzione e anche alla luce della convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali", e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, obbligata a intervenire.

 

Il timore di una pronuncia, ragionevolmente fondata, di incostituzionalità della nostra legge elettorale sicuramente rappresenta uno stimolo forte perché si intervenga. In questo senso il Presidente del Consiglio, Enrico Letta il 21 maggio ha presieduto un incontro con le forze di maggioranza, che hanno stabilito l'urgenza di avviare entro la fine del mese un dibattito, sulla riforma del porcellum, da approvare definitivamente entro la fine di luglio. Nel pomeriggio dello stesso giorno il Ministro per le riforme, Gaetano Quagliariello ha presentato il progetto di riforme complessive davanti alle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, riunite in seduta comune. Nella sagra delle parole in libertà si sono sprecati i commenti tra coloro che hanno cercato di minimizzare gli accordi, chiedendo solo modesti aggiustamenti, prevalentemente all'interno del Pdl , e quanti vorrebbero una modifica sostanziale della legge in questione, come vorrebbe il PD.

 

"Mi avvio a concludere - ha detto il Ministro per le riforme costituzionali - il percorso che il Parlamento e le forze politiche in esso rappresentate hanno davanti si presenta inevitabilmente complesso e non privo di ostacoli. Conforta tuttavia sapere che è diffusa la consapevolezza di come un fallimento non gioverebbe a nessuna delle forze parlamentari ma avrebbe l’unico effetto di screditare l’intera classe politica. Se terremo tutto ciò ben presente, credo che il lavoro che ci attende nei prossimi mesi potrà essere utile non per aggiungere un ennesimo capitolo al libro sui tentativi di riforma costituzionale nel nostro Paese, ma per garantire finalmente ai cittadini un assetto istituzionale più efficiente, più moderno e, soprattutto, più democratico".

 

Richiesta una valutazione della seduta comune alla Segretaria della Prima Commissione Affari Costituzionali del Senato, Patrizia Bisinella ha così commentato: "Non si esclude la possibilità di interventi immediati e mirati sulla legge elettorale vigente, per eliminarne i difetti più evidenti, a più riprese segnalati dalla Corte Costituzionale e dallo stesso Presidente della Repubblica. Valutare se concentrarsi per intanto su un intervento di “salvaguardia”, che renda certamente costituzionale il sistema vigente e, “sterilizzando” il problema immediato della legge elettorale, agevoli il percorso complessivo di riforma istituzionale, all’interno del quale anche il tema della legge elettorale troverà una compiuta definizione. Infine, andranno portati a compimento anche gli interventi relativi alle istituzioni locali (parliamo del problema delle Province, rimasto bloccato, del governo comunque necessario delle aree vaste, della questione della dimensione ottimale dei comuni), e gli interventi relativi alla riforma della finanza locale e regionale avviata con il federalismo fiscale".

 



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