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08 novembre 2024

Cronaca

Quirinale, a vuoto il primo scrutinio: 672 schede bianche

Giornata di incontri: Letta media, con Salvini dialogo aperto. Martedì alle 15 secondo scrutinio

| Roberto Silvestrin |

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Quirinale, a vuoto il primo scrutinio: 672 schede bianche

ITALIA - A vuoto come previsto la prima votazione per l'elezione del presidente della Repubblica: 672 sono state le schede bianche, i due terzi del plenum, lo stesso numero richiesto per l'elezione nei primi tre scrutini. Le schede nulle sono state 49, i voti dispersi 88. Presenti e votanti 976. Previsto per domani alle 15 il secondo scrutinio.

 

Da Alberto Angela ad Amadeus passando per Silvio Berlusconi ed Elisabetta Belloni. Sono questi alcuni dei nomi votati per il capo dello Stato. Nomi che hanno interrotto l'elenco di schede bianche. Tra gli altri ci sono stati anche Antonio Tajani, Umberto Bossi, Paolo Maddalena, i deputati Antonio Tasso ed Ettore Rosato, Pierluigi Bersani e Antonio Martino. Voti anche per Bruno Vespa, il presidente della Camera, Roberto Fico. Un voto anche per Craxi, senza specificare il nome di battesimo, poi due per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e per Francesco Rutelli. Uscito anche il nome della ministra della Giustizia, Marta Cartabia e, per due volte, anche quello di Marco Cappato, impegnato nelle battaglie a favore dell'eutanasia. Un voto anche per lo scrittore Mauro Corona, ospite della trasmissione 'Cartabianca' di Bianca Berlinguer, e il giornalista Claudio Sabelli Fioretti, dallo spoglio per l'elezione del Presidente della Repubblica. Votata anche la senatrice a vita Liliana Segre nel primo scrutinio per l'elezione del Presidente della Repubblica che ha visto un voto anche per Pier Ferdinando Casini. Il primo a essere chiamato alle 15 per votare Umberto Bossi, accompagnato in sedia a rotelle. Dopo di lui il deputato M5S Leonardo Penna, secondo di una lista di parlamentari che hanno chiesto di votare per primi per giustificati motivi. Dopo i grandi elettori che hanno chiesto di poter anticipare il voto per l'elezione del presidente della Repubblica a causa di motivate ragioni di salute, sono stati chiamati i senatori a vita. Erano presenti e hanno votato Elena Cattaneo, Mario Monti, Liliana Segre e Renzo Piano. Assenti, invece, Carlo Rubbia e Giorgio Napolitano.

 

Dopo ore di vertici e trattative per la scelta del prossimo capo dello Stato ancora questa mattina i leader dei partiti si sono incontrati per definire la strategia da adottare nel corso delle prime votazioni mentre è andato avanti il confronto sui nomi dei candidati. I due dati della giornata sono il movimentismo di Matteo Salvini e quello, non confermato però da fonti ufficiali, del premier Mario Draghi. "Finalmente a palazzo Chigi hanno capito che bisogna sporcarsi le mani", sussurra in Transatlantico un big pentastellato della corrente pro-Draghi. In tutto questo si inserisce una nuova giornata di movimentismo anche per Enrico Letta che continua, instancabile, a lavorare alla mediazione per l'elezione del capo dello Stato. Il segretario del Pd stamattina ha prima visto i leader del fronte progressista, Roberto Speranza e Giuseppe Conte, per confermare la scheda bianca alla prima chiama. Un contatto anche con il premier Conte che però non viene confermato ufficialmente. Poi, nel pomeriggio, il faccia a faccia con Matteo Salvini.

 

"E' stato un incontro positivo", ha spiegato lo stesso Letta poco prima di entrare in aula per votare. Un giudizio che Pd e Lega avevano già messo nero su bianco con un comunicato identico che annunciava: "Si è aperto un dialogo". E infatti "i due leader stanno lavorando su delle ipotesi". Poi lo stesso Letta conferma: "Ci vediamo domani". Insomma, almeno si è passati dallo stallo delle 24 ore precedenti all'avvio della partita vera e proprio sul Colle. "C'è ancora da lavorare, ci sono nodi da sciogliere ma quello che conta è che la trattativa è partita", si sintetizza in ambienti parlamentari dem. Un confronto che coinvolge Colle e governo. "Sul metodo ci siamo", ammette Francesco Boccia, dopo aver visto il segretario Pd. Ma per il resto, poco più. Almeno secondo quanto trapela. Insomma, non si sarebbe scesi nei dettagli, non si sarebbero fatti nomi. Se non l'esplicitazione della volontà di trovare una soluzione. Che è il punto di partenza.

 



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Roberto Silvestrin

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