03 dicembre 2024
Categoria: Notizie e politica - Tags: crisi
Rocco Barbaro | commenti |
Per uscire dalla crisi basta ricordarsi l'ingresso.
Tornare sui propri passi afferrare la maniglia della porta, aprirla, chiuderla, e lasciarsela alle spalle.
Rinunciare o scegliere? Questo è il dilemma.
Rinunciare a una o più automobili, spesso corredate di garage, o scegliere di andare a piedi senza dispendio di risorse economiche (senza alcuna retribuzione facciamo anche gli autisti)?
E il bambino a scuola come lo porto
Svegliandomi al mattino un po' prima?
Avviandomi mano nella mano, e passeggiando per 30 minuti con lui che mi chiede i mille perché della vita?
Intanto che cammino mi accorgo, proprio da quella mano, che il bimbo sta crescendo. Era tanto che non sentivo così a lungo (30 minuti) quel morbido contatto!
E' una sensazione meravigliosa. Lo scolaretto che, nell'andare a scuola, porta a spasso il genitore è un' immagine gioiosa e rassicurante.
Questo è solo uno dei tanti esempi possibili per uscire dalla tanto conclamata crisi.
Perchè la crisi, per quel che mi riguarda, non è solo la difficoltà di pagare il gas o la luce, o di cosa comprare a Natale e dove festeggiare l'ultimo dell'anno. La vera crisi è l'assenza di calore umano.
Quel tentativo, anche vago, di riconoscersi nel proprio io. Quel senso di appartenenza che ti fa sentire improvvisamente più forte e coraggioso.
La crisi è il furto del nostro tempo.
Torniamo a investire nel tempo, se è vero che il tempo è danaro.
Andiamo in banca e riprendiamoci tutto il nostro tempo: quello che loro, abilmente, trasformano in monete.
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