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04 ottobre 2024

La Signora Solitudine

Categoria: Scienze e tecnologie - Tags: Consolazione e solitudine, psicologia, psicoterapia, amici amori università, bambini, scuola, relazione di coppia

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Roberto Lucchetta | commenti |

L’opportunità racchiusa nell’esser soli è riappropriarsi del proprio talento, della propria essenza, dello scoprirsi nelle innumerevoli e mutevoli facce della contraddittoria Anima. Un teatro ricco di personaggi in cui ogni istante vanno in scena. Come si può esser soli di fronte alla moltitudine?

 

È vivere senza aspettativa. Come nelle relazioni, come in psicoterapia, non bisogna avere un’aspettativa, ma stare nella non progettualità ed accorgersi di ritrovare il piacere puro nel riunificarsi con Sé. Certo, siamo fatti per intrecciare relazioni, ma la necessità di ritrovare spiritualità nell’assenza mi permetterà di rendere sacro questo momento incendiando la routine, i doveri, gli stress quotidiani, spargendo le ceneri nel mare del silenzio mutevole spegnendo i pensieri e riaccendendo l’Anima. Ardere deriva da ars, arte e l’arte non ha altri nemici all’infuori degli ignoranti.

 

È un recupero. Paradossalmente non si può saper stare con gli altri se prima non abbiamo imparato a stare con noi stessi, non si può sapere amare qualcuno autenticamente se non siamo in grado di amare prima noi stessi, nelle differenti parti di Sé, illuminate o meno. La luce riconosce, l’ombra oscura. L’ombra vuole oscurare ma la solitudine è lì che ci vuol portare, nell’abisso di noi per mostrare ciò che troppo a lungo, ritenuto mostruoso, ha fatto fatica ad emergere ed esser visto. Ma è parte di te…e come tale vuole essere amata. Senza il peso di una ferita di cui si abbia preso coscienza, l’uomo non fa che vivere una vita provvisoria.

 

Non è fatta per pensare, pensare è perdere il filo, ma per ritrovarsi e ritrovare la condizione, il nostro terreno fertile dove affiora l’essenza, la nostra più intima Natura troppe volte dimenticata, inaccettata, criticata, giudicata, assassinata. La felicità è la nostra condizione naturale, la condizione naturale dei bambini a cui il regno appartiene, finché non vengono contaminati ed inquinati dalla stupidità della società e della cultura che li riveste di giudizi e doveri trascurando i piaceri. La felicità non può essere acquistata, l’abbiamo già. Spogliamoci piuttosto della corazza dei giudizi e smettiamo di guardare al mondo attraverso filtri di ideologie che non ci appartengono. La realtà umana si sminuisce e l’Anima si offende adattandosi ad un’ideologia, vuole andare oltre, uscire dalla mediocrità ed essere eccellente.

 

La solitudine non si cura con la compagnia umana, ma con il contatto con la realtà, la propria. Impariamo a non ricalcarci come carta carbone ad immagine e somiglianza di molti, a non fare o dire come modelli prestampati, ma ad essere Nessuno, senza definirci, oscuri, misteriosi, inconoscibili. La coscienza può esistere soltanto attraverso il continuo riconoscimento dell’inconscio. Nell’essere Nessuno troveremo inaspettate soluzioni di spontaneità e naturalezza fino a farci scoprire sorpresi noi stessi. Non si ha paura di nessuno quando si è soddisfatti di non essere Nessuno!

 

La sofferenza sorge quando ci si scontra con la realtà, quando la vostra falsità si scontra con la verità. La solitudine viene in aiuto per perdersi, è la sua funzionalità, insegnando a perdere e liberarci di ciò che non ci appartiene. Non proveremo dolore a perdere qualcosa a cui abbiamo concesso la libertà e mai tentato di possedere. Essere meno bisognosi e dipendenti significa essere meno soli e più dignitosi.

 

Un giardino ermetico. Non si sta mai veramente a contatto con la sana solitudine, dove si scompare e si resetta ogni forma di dovere. Star soli non significa pensare o recuperare tempo perso per dedicarsi a qualcosa lasciato indietro, riconnettendoci così ancora al mondo esterno. La discesa nel mondo silente interno, alla sorgente dell’Anima, vuole concedere uno spazio avvolgente di assoluta ricarica, rigenerandosi nel Sé. Un giardino cintato in cui coltivare l’introversione. È nel giardino che un uomo trova la ricchezza della psiche. Il giardino chiuso suggerisce l’atto del coltivare come antitesi dello stato grezzo, i confini come opposto alla socievolezza indiscriminata, i problemi dello spirito come contrario delle ossessioni esterne, la passione contrapposta alla sessualità rozza, la crescita del desiderio spirituale come alternativa ad un’ossessiva e generalizzata ingordigia. Nel giardino, spirito e natura si sposano.

 

La solitudine sofferta è ancora alla ricerca di una nuova simbiosi, un salvagente da parte di qualcuno o qualcosa che vive all’esterno, ma è all’interno che dovremo trovare quella o quelle figure salvifiche. Con la Signora Solitudine, l’abbiamo già trovata. Sarà lei a dividere, separare e permettere di trasformare, tenerci compagnia, ad interagire portandoci là dove la divina necessità lo richiede. Nel profondo, nelle profondità dell’Anima.

 

Le radici della sofferenza nella solitudine sprofondano nella paura del perdere tempo, di essere colpevoli, di perdersi la vita, la paura di aver rinunciato a qualcosa rimanendo così vincolati ad essa per sempre, di non essere riconosciuti all’esterno o amati, tutti vanno avanti ed io rimango fermo, non riesco ad agire…Come se il dovere non potesse vedere e riconoscere il volere naturale nascosto in Sé dai cliché. Ecco che la Solitudine blocca la strada, il binario viene interrotto per farti scendere da quel treno.

 

Ma per fortuna siam soli! E non siamesi o fusi con qualcun altro né fisicamente né psicologicamente, cosa che troppo spesso accade. C’è bisogno di recuperare la nostra unicità, il nostro confine ermetico rispetto a quello segnato da un tratteggio in cui le persone si permettono di giocare, tra luci ed ombre, passandoci attraverso invadendo lo spazio sacro di noi.



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Roberto Lucchetta

Dott. Roberto Lucchetta
Psicologo - Psicoterapeuta - Psicosomatista
Via M. Bertuol, 1
31020 - Frescada di Preganziol (Tv)


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