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10 novembre 2024

Sull'Amore

Categoria: Scienze e tecnologie - Tags: amore, psicologia, psicoterapia, relazione di coppia, temperanza, anima, animali.

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Roberto Lucchetta | commenti | (5)

Parlare d’amore è difficile. È parlare della nostra inferiorità e debolezza. È Iris, la dea della temperanza, che versa i liquidi delle emozioni in modo equilibrato, concilia gli opposti e li mette in relazione. Rappresenta l’Arcobaleno, coniuctio tra cielo e terra, le nozze originarie. L’amore mescola il cielo con la terra. La messaggera Iris, che sposando Zefiro, soffio gentile e veloce, corre sulle acque e sprofonda negli abissi. E vestita di iridescenti gocce di rugiada, grazie ad ali d’oro corre rapida a portare i messaggi di Zeus. Ed Iris è amica delle belve feroci e sorella delle Arpie. Conosce il “tra”, l’intermezzo, il ponte. Il tradimento (da tradere: impartire un insegnamento), come la tradizione, offre un traghetto Carontiano alle anime, un messaggio di mistero. L’amore è un mistero e come tale non va spiegato, richiede un’iniziazione.

Quando arriva l’amore, la volontà non funziona. Quando scende Afrodite, dea sconvolgente, non si placa. È generatrice suprema, l’attrazione di cellule che generano il cosmo, legge naturale che tende alla totalità. È la donna che scatena l’Universo! Senza di essa l’uomo è pigro, non si muove, non crea. L’amore cambia radicalmente l’uomo, come se ripartisse da zero. Quel mistero, quel non sapere che sconvolge, non è ignoranza, ma un atto difficile di superamento della coscienza. Affidáti come siamo al logos, alle parole, dovremmo fare qualche passo indietro per ritrovare il pensiero, e ancor prima l’immagine, ma ancor prima quel non sapere, dove risiede la coscienza, il Sé, quella sorta di inizio puro che fa della sua creazione un esercizio di libertà. Uno spazio che Sant’Agostino nelle sue Confessioni dice: “Se nessuno me lo chiede lo so, se qualcuno me lo chiede non lo so”. Nel concepimento risiede un’immagine, ma prima…cosa c’era prima del nostro concepimento? C’eravamo già. Ma per far spuntare qualcosa, non bisogna guardarla. Da quel mistero, dal non sapere, dall’amore nascono le immagini, nasce Psiche che procede per vuoti e pieni.

Ci si innamora quando la torre crolla, quando l’Io si depone. Quando ci dislochiamo, ci innamoriamo. L’Io è conservatore, prudente. Tutti abbiamo una difesa necessaria, ma questo sistema che un tempo ci ha salvati non serve più e diventa una gabbia: ed è difficile disfarsene. La gabbia è per i cattivi, i carcerati. L’amore viene a liberare, la gabbia crolla e irrompe qualcosa di nuovo. Eros e Amore mandano in briciole le certezze facendo incrociare i destini. Attraverso l’amore, si scatena l’incatenato.

Siamo militarizzati, ci educhiamo ai vincoli e alle dipendenze. Dove non c’è amore esistono solo spazi aridi. Dovremmo essere fatti a pezzi per vedere un po’ di luce! (vedi i molti miti di smembramento o in alchimia). L'amore ci porta un pezzo di vita a noi non ancora rivelato, ponendo il dito sugli elementi da ricomporre all’interno di sé, per farsi interi.

Se vediamo e viviamo l’amore con il linguaggio del logos perdiamo. Ci si deve arrendere all’amore, entrare interi per uscirne interi: se si entra a pezzi, si uscirà a pezzi. Immaginate di porvi sul ciglio di un trampolino o di una roccia per tuffarvi in mare. Più il tuffo sarà incerto, timoroso, più il volo sarà scomposto e l’impatto con l’acqua doloroso. Riemersi, sentiremo gli effetti.

 

Un’incompletezza nell’amore si scatena in competizioni di amori a prima vista.

 

Nella sofferenza si sperimenta l’assenza di ogni rifugio, si è esposti. Ma allo stesso tempo si teme possa accadere qualcosa di più grave, qualcosa d’altro. Pochi conoscono l’assolutamente altro, perché tutti scappano dalla sofferenza. Solo chi avrà sperimentato la solitudine saprà vivere con l’altro. L’invisibile si rivela nell'altro. Amare è assumere relazione con l’alterità, con la moltitudine del Sé e giungere alla comunione negli unici.

Nelle fiabe tendenzialmente l’altro è un animale. L’altro da noi è una forza animale. L’amore ci mette a contatto con queste forze e se noi facciamo pace e ponte con l’animale che è in noi, sarà un’esperienza sconvolgente che non permetterà più di dissociarsi. La coscienza convenzionale nega i sentimenti non convenzionali. I marchi, i graffi, segnano per sempre, profondamente, e a quel punto non sei più lo stesso: è un momento iniziatico.

 

Se la vita non ha opposti, è una linea retta, piatta. Se c’è l’abisso ed il trionfo, c’è l’amore.

 

Nella quotidianità c’è Eros e Phobos, amore e bisogno di distacco. C’è paura di annientamento, di perdersi nell’altro. Ecco che nei rapporti si vedono solo difetti, polemiche che cementificano. Siamo costantemente separanti, disimparanti all'amore. Si cerca di restare dimezzati e non cercare la totalità. Ci si divide i compiti nel rapporto: un coltello che separa la condivisione. C’è bisogno di riprendersi la propria identità. Nel voler rovesciare l’altro c’è una lesa individualità. “Lo vorrei come fosse me!”. Nel rapporto amoroso è un’autentica violenza. Si agisce sull’altro per non cambiare noi. Intervenire sull’alterità è non rispettarla.

Nell'amore c'è un desiderio di assoluto. Bisogna saper sentire, vedere e tenere gli opposti, non scaricarli sull'altro; li tengo dentro il mio vaso alchemico, al mio sacco di cuoio, non per non dire ma per trasformarli prima di dire. L'Amore è la capacità di vivere il tremendo e la volontà di viverlo e portarlo alla comunione.

Amiamo la croce che ci abita per poi un giorno viverla con unità.



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Forse nessuna, ma un'immagine letta nella solitudine della lettura può favorire una mescolanza di riflessioni discrete e segrete che ci riguardano.

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Ho letto tutto il post e mi sono detto:" ho buttato 3 minuti della mia vita nel cesso"
La frase migliore?:" L’invisibile si rivela nell'altro. Amare è assumere relazione con l’alterità, con la moltitudine del Sé e giungere alla comunione negli unici."..... ma che c.... vuol dire?

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Sei il solito pollo, caro Scorretto, oltreché :-) un "bandito matricolato" !

Io mi son fermato di brutto dopo le prime 4 parole: "Parlare d'amore è difficile".
Se è così difficile perché vuoi sforzarti?
Scrivere dev'essere una gioia e venire spontaneo. Come l'amore.

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Effettivamente si è sforzato e ne è venuta fuori un'accozzaglia di paroloni senza ne capo ne coda.

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Roberto Lucchetta

Dott. Roberto Lucchetta
Psicologo - Psicoterapeuta - Psicosomatista
Via M. Bertuol, 1
31020 - Frescada di Preganziol (Tv)


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