Suicidi,"Denunce pubbliche, non drammi privati"
Rosolen: "Finita l'ubriacatura nel Nordest, è tempo di bilanci"
TREVISO - "I suicidi per crisi sono denunce pubbliche, bisogna parlarne. E' necessario parlare, sempre con grande rispetto e delicatezza, ma bisogna farlo. Così come è necessario raccontare le storie di chi, invece, ha trovato la forza e le ragioni per continuare a lottare, cercando nuove strade per la propria attività, ripensando se stesso". A dichiararlo, il direttore della CNA provinciale di Treviso, Giuliano Rosolen (in foto), esprimendo la vicinanza dell'associazione alla famiglia dell'artigiano 57enne di Treviso che ieri si è tolto la vita nel magazzino dell'azienda che gestiva con un fratello a Fiume Veneto, in provincia di Pordenone.
"Non sono drammi privati, questi suicidi - sottolinea Rosolen -, sono denunce pubbliche. Denunce contro un sistema che non funziona. Sono la richiesta gridata nel modo più tragico e assoluto, con il sacrificio della proprio vita, di non essere lasciati soli di fronte al cambiamento epocale che sta stravolgendo il nostro sistema produttivo e sociale, un cambiamento che ci obbliga a rimettere in discussione i presupposti su cui si fonda il nostro modello di sviluppo e di convivenza".
"Nascondere e tacere - conclude - non serve. Serve invece una riflessione pubblica ad alta voce, un confronto aperto, un ripensamento collettivo su dove siamo e dove vogliamo andare, e in che modo. Il Nordest si è celato per decenni dietro il mito di sé, alimentato dai cantori del "miracolo". Oggi è finita l'ubriacatura ed è tempo di bilanci, di guardarci per quello che siamo, di analizzare i successi e i limiti, e di correggere la rotta".