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23 novembre 2024

Vittorio Veneto

Traforo di Santa Augusta, dopo dieci anni cittadini vincono la battaglia legale

Avevano chiesto alle ditte un risarcimento danni per i disagi subiti

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Rindola prima del traforo

VITTORIO VENETO – Il cantiere sotto le finestre di casa aveva causato loro parecchi disagi. All’epoca non riuscivano a dormire né di giorno né di notte perché ruspe, idrovore e camion erano operativi ad ogni ora. Una famiglia di Rindola si è vista ristorare, dopo quasi 10 anni dall’avvio della causa legale, i danni patiti per la costruzione del traforo di Santa Augusta, con il tracciato in trincea scavato sotto alle finestre della propria abitazione.

 

La famiglia aveva avviato una causa legale contro le ditte esecutrici, per conto di Anas, della variante alla statale 51 Alemagna La Sega-Rindola. Un processo civile chiuso, con soddisfazione per questi cittadini, pochi giorni fa.

 

«Si è concluso un lungo percorso intrapreso quasi dieci anni fa – testimonia la famiglia -. Dopo tanti disagi, notti insonni, arrabbiature, avvilimenti e grandi sacrifici nell'affrontare una causa così lunga, possiamo dire “è finita”. Un grazie al nostro instancabile avvocato e ai professionisti che ci hanno aiutato a districarci nel groviglio della burocrazia. E anche a tutti coloro che ci hanno sostenuto in tutti i modi e ci sono stati vicini. La nostra soddisfazione è grande perché abbiamo vinto una battaglia contro i Titani! Sempre convinti di essere dalla parte della ragione, abbiamo resistito, pretendendo il giusto, né di più, né di meno. Ed il risultato è arrivato».

 

L’iter della causa è stato molto lungo tra accertamenti, sopralluoghi, perizie del ctu nominato dal giudice, rallentamenti delle udienze subiti durante il periodo pandemico. «Inizialmente – ripercorre la famiglia – le ditte ci avevano proposto un risarcimento per non intraprendere l’azione legale, una somma irrisoria che non teneva conto dei grossi disagi patiti. Noi abbiamo preferito proseguire, pretendendo il giusto».

 

La vita a Rindola, prima e dopo il traforo, è naturalmente cambiata. «Prima c’era una tranquillità enorme – testimoniano -. Ora ci fa “compagnia” il rombo delle moto quando escono dalla galleria».

 



 

 



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Claudia Borsoi

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