TUTTI D'ACCORDO, SI SFORA IL PATTO DI STABILITA'
Muraro rilancia la sua proposta. Lo appoggiano il vicepresidente della Regione e molti sindaci veneti e trevigiani
| Laura Tuveri |
Treviso - Muraro chiederà al Consiglio di sforare il Patto di stabilità per riuscire a realizzare le opere strategiche per il territorio. E moltissimi dei sindaci trevigiani sono d’accordo con lui. “La mia non è semplicemente una provocazione, ma un proposito da attuare effettivamente. Al prossimo Consiglio provinciale presenterò la mia proposta di sforare il Patto di Stabilità per quelle opere di edilizia scolastica e viabilità ritenute strategiche e indispensabili per il territorio".
Muraro sostiene che senza i vincoli imposti dal Patto di Stabilità interno la Provincia di potrebbe spendere 162.000.000 di euro per realizzare scuole e strade. “Il Patto, invece, ci blocca circa 70.000.000 di euro. E’ impensabile – dice Muraro - che in un periodo particolare come quello che stiamo vivendo il Governo ponga dei vincoli di spesa soprattutto a quegli Enti che, con i soldi in cassa, potrebbero e hanno il dovere di spendere per il bene del territorio. Enti che per di più hanno dimostrato di saper gestire le finanze in maniera virtuosa.
Se Roma rappresenta un caso speciale perché deve realizzare la metro, allora la Provincia di Treviso dovrà essere l’eccezione, dal momento che deve costruire nuove scuole visto che ogni anno la popolazione scolastica provinciale aumenta di 1000 unità”. Dellos tesso avviso è il vicepresidente della Regione, Franco Manzato, anch’egli leghista che chiede il sostegno bipartisan degli Enti locali, Regione, Province e Comuni.
“Il Governo dia la possibilità, unicamente agli Enti locali che hanno cifre consistenti bloccate nelle Tesorerie, di rompere il patto di stabilità per affrontare spese di investimento”. Questa la proposta del vice di Galan. La proposta lanciata dal vicegovernatore del Veneto Franco Manzato mira a raccogliere consensi da parte di tutti gli Enti locali, dalla Regione alle Province ai Comuni, senza distinzione di parte politica:
“Ciò che è stato permesso all’amministrazione della Capitale dev’essere replicato per tutte le amministrazioni locali che decidessero, avendo da parte i fondi necessari bloccati da fine 2004, di investire su infrastrutture e non su spese correnti. Per farlo hanno bisogno che questi investimenti sul territorio siano liberati dai vincoli del Patto di stabilità, che così com’è attuato oggi spinge ad investire meno in una congiuntura economica già negativa o, in alcune regioni, a furbate più che evidenti.
Questa proposta invece si configura come misura anticiclica, che potrebbe essere volano per uscire dalla crisi e puntare sullo sviluppo”. “Serve però – sottolinea Manzato – che tutti gli Enti locali portino avanti un’istanza come questa, perché è l’unico sistema per sbloccare la morsa del Patto di stabilità. Non ha più senso dire ‘a Roma sì, allora anche a noi’: il tempo degli scambi e dei ricatti è finito, bisogna attivarsi subito sfruttando l’apertura del governo alla Capitale”.
E le proposte di due esponenti del Carroccio pare abbiano trovato parecchi alleati in Veneto e nella nostra provincia. Il sindaco di Valdobbiadene, Pietro Giorgio Davì, chiama a raccolta tutti i suoi colleghi. La proposta di Muraro e Manzato incassa la benedizione politica, “I Comuni retti dalla Lega non rispettino più il patto di stabilità”. E’ il diktat del segretario provinciale del Carroccio, Toni Da Re. Sindaci sempre più sul piede guerra per riuscire a reperire le risorse per amministrare. Dopo la richiesta di trattenere il 20% dell’Irpef nelle casse del Comune, ora arriva questa nuova forma di protesta che questa volta, è partita da amministratore leghisti che, invece, non avevano sostenuto la proposta del Movimento dei sindaci sull’Irpef.