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26 luglio 2024

Treviso

Venezia, Treviso e Padova vogliono la città metropolitana pur mantenendo le province

In arrivo l'ennesimo carrozzone?

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Venezia, Treviso e Padova vogliono la città metropolitana pur mantenendo le province

TREVISO - Le tre città del Veneto, Venezia, Treviso e Padova ci credono e vogliono la città metropolitana allargata: un'area vasta che inglobi in un unico soggetto, come se si trattasse di una sorta di consorzio, le tre province unite sotto l'acronimo PaTreVe. Lo vogliono Giorgio Orsoni (Pd), Giampaolo Gobbo (Lega) e Flavio Zanonato (Pd): tre sindaci di vedute diverse ma uniti in una sorta di triade con un progetto comune. Un conglomerato di cui si discute da molto tempo ma che oggi attraverso lo strumento della città metropolitana potrebbe vedere la luce e senza alcun timore e questo anche rispetto all'ipotesi che non passi il decretro che riordina le province.

"Non viene attuata la ridefinizione delle province come previsto ma - spiega il Sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni - per quanto riguarda le città metropolitane la strada è già segnata dato che la legge è stata approvata in agosto. Anche se il provvedimento dovesse decadere la città metropolitana andrà avanti. Cambierà, solo per alcuni casi come Milano o Firenze, ma anche Venezia, l'ambito".

Per Gobbo si deve parlare di "area metropolitana che, visto cosi, c'è già ed è disiplinato a livello regionale: un ipotesi che sarebbe quindi attuabile se solo ci fosse la volontà'.

Secondo Gobbo, che è intervenuto ad un incontro della Fondazione di Venezia, "la Patreve ha esigenze diverse dalle altre aree del Veneto, come ad esempio il veronese, che guarda al Brennero, a La Spezia e Genova e a al quale non interessano l'Adriatico e la Pedemontana Veneta". Si tratta di un problema importante perché se "non saremo capaci di aggregare, a livello di aziende e infrastrutture, rischiamo solo di subire questa situazione".

A questa visione andrebbe aggiunta Belluno disegnando cosi "una sorta di capitale reticolare come sono le moderne capitali europee, ad esempio Barcellona, che dopo le Olimpiadi è arrivata a otto milioni di abitanti". Un orizzonte internazionale ma nelle mani di un provvedimenti eventualmente regionale anche con uno strumento specifico: il referendum con l'obiettivo si costituire delle macroaree.

Ma, anche, spiega Gobbo "per campanilismi mai sopiti questo non lo si è mai portato avanti. Un'occasione persa, com'è stata per noi la Venezia-Monaco, finanziata per lato tedesco dalla Bundesbank, ma che alla fine non è mai fatta: sarebbe diventata oggi come la Brennero-Modena per l'area occidentale del Veneto. Si tratta di scelte: scelte economiche e politiche".

Anche il sindaco di Padova traccia un solco molto chiaro rifacendosi alla Costituzione: "Abbiamo chiesto, ex articolo 133 della Costituzione, di entrare nella Provincia di Venezia così facendo ci siamo già collocati al di fuori del meccanismo".

Sul fronte piu pratico il sindaco ha detto che "al riscaldamento delle scuole dei padovani ci penserò io: i cittadini stiano tranquilli" ma se il decreto cadrà e le province dovessero trovarsi nella condzione di non sapere piu quali sono le loro competenze "voglio sperare che il nuovo Governo metterà tutto a posto in un paio di mesi".

Per Zanonato il processo di depontenziamento delle Province "non si può fermare" e che la partecipazione di Treviso, per la Patreve, "è fondamentale" anche dal punto di vista infrastrutturale: tanto sul piano delle strade che sul quello ferroviario. Il futuro della patreve poi non è quello di essere un bnuovo carrozzone politico "la Città metropolitana è un livello in cui non c'entra molto la politica; è come quando si decide di consorziarsi. A livello consortile tutti tendono a fare il meglio per la propria gente".


"Con la città metropolitana dovremmo cambiare sia il punto di vista dell'organizzazione che la governance del territorio, acquisendo più funzioni ed autonomia. Allo stato attuale invece avviene il contrario: la Regione sta lavorando per riappropriarsi di funzioni delegate alla Provincia quali impiego, formazione, turismo, urbanistica. Stiamo vivendo una contraddizione continua, con ripetuti stop and go". Lo sottolinea Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia di Venezia, intervenendo sul tema della città metropolitana.

"Diventa allo stato attuale - spiega - difficile ragionare di confini geografici allargati, di funzioni e servizi aggregati, e di opportunità di sviluppo per un'area vasta di tipo metropolitano. La situazione è confusa, e i cittadini non hanno più riferimenti: restano irrisolti molti nodi, il problema occupazionale è gravissimo, e le imprese multinazionali fuggono o chiudono. Ad oggi l'unica legge approvata è la 135 del 7 agosto scorso, sulla spending review; il decreto che darebbe sostanza e concretezza alla città metropolitana intesa in questo modo e non come la mera fotocopia della provincia di Venezia, è invece ancora in discussione".

"C'è - conlude - qualcosa che non funziona, e dovremmo invece fare in modo di lavorare in base ai principi di efficacia ed efficienza, finora trascurati nella pratica. Aggiungo che i Comuni oggi non sono assolutamente nelle condizioni di prendersi altre competenze, se ciò vuol dire mettere a disposizione nuove risorse economiche".

(Adnkronos)

 


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