Venticinque uomini "symbol" di Treviso contro la violenza alle donne
Verrà presentata stamattina l'iniziativa della commissione Pari Opportunità di Treviso. La presidente Zagolin: "Insieme uomini e donne permetteranno il cambiamento"
TREVISO - L’hanno chiamata: “#in25xil25”. Una campagna lunga un mese circa per prepararsi in maniera assolutamente originale alla Giornata internazionale istituita dalle Nazioni Unite per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre. E saranno appunto 25 gli uomini che faranno da “testimonial”.
Volti noti delle professioni, della cultura, dello spettacolo, dello sport. Che già campeggiano su manifesti, in bianco e nero, su autobus ma anche su alcuni dei luoghi più suggestivi della città di Treviso. Da Mirko Artuso (attore e regista) a Francesco Benazzi (direttore generale dell’Aulss 2), da Alberto Cantone (cantautore) al campione olimpionico Igor Casina. E poi lo scrittore Fulvio Ervas, l’architetto Toni Follina, il presidente del Treviso basket Paolo Vazzoler, i segretari della Cisl Massimiliano Paglini e della Cgil, Mauro Visentin e via via gli altri. Parteciperanno tutti stamattina alla presentazione dell’evento lungo quattro settimane, voluto dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Treviso per sensibilizzare al “problema” (acuito peraltro nel recente lockdown) della violenza verso le donne.
Abbiamo rivolto alcune domande alla presidente della Commissione, Valeria Zagolin, un volto (di donna in questo caso) molto noto e stimato a Treviso, già vicesindaco e assessore, più volte consigliere comunale tra gli anni Ottanta e Novanta.
Di cosa si occupa precisamente la Commissione Pari Opportunità?
A livello nazionale la prima Commissione per le pari opportunità fu istituita nel 1984, nel Comune di Treviso fu nominata nel 1998. Sono state realizzate molte iniziative: convegni, pubblicazioni, iniziative specifiche, e molto altro, certo dobbiamo riconoscere che i risultati di questo impegno ha sicuramente aumentato la sensibilità e l’attenzione e la consapevolezza sui temi delle Pari Opportunità e della violenza contro le donne, ma molta strada deve ancora essere percorsa.
Sono tante le “opportunità” ancora da riconoscere?
Secondo i dati del Global gender gap report 2020 del World economic forum (che misura le differenze di genere in campo sanitario e della salute, della partecipazione e opportunità economiche, dell’istruzione e della partecipazione politica) siamo al 76esimo posto su 153 Paesi e, tra i Paesi dell’Europa Occidentale, al 17esimo posto su 20 Paesi, davanti solamente a Grecia, Malta e Cipro.
Quali gli ambiti nei quali risaltano maggiormente le differenze di opportunità?
La presenza nel mercato del lavoro, la differenza di retribuzione a parità di mansioni, il “tetto di cristallo” che impedisce di avere presenze femminili ai vertici di imprese pubbliche e private, le ore di lavoro eccedenti quelle maschili per le funzioni di cura e servizio nella famiglia, il numero sconvolgente di femminicidi, gli stereotipi di genere, ancora così presenti nelle scuole e nelle famiglie, che condizionano le scelte di vita delle ragazze e dei ragazzi.
Su che cosa in particolare si è impegnata la sua Commissione?
Siamo riusciti a organizzare il 10 febbraio, grazie soprattutto all’impegno di Cinzia Mion , il primo convegno intitolato: “L’identità maschile nel terzo millennio” rivolto a 400 studenti delle scuole superiori di Treviso, finalizzato ad una migliore comprensione e maturazione di un’identità di genere rinnovata, libera il più possibile dagli stereotipi sessisti, così da migliorare le relazioni interpersonali e prevenire la violenza sulle donne.
I prossimi passi?
Ci occuperemo soprattutto di percorsi di formazione e informazione sulla violenza di genere, coinvolgendo anche le figure maschili, consapevoli che solo insieme, donne e uomini, possono realizzare il cambiamento culturale necessario.