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Il vero danno erariale della Caserma Piave

04-12-2014 - Treviso

Lucia Tundo | commenti

L'occupazione della Caserma Piave dura ormai da un mese e scatena polemiche infinite. Fra queste, si insiste assai su quello che viene definito “danno erariale” o simili.

Ma qual è il vero danno provocato alla Casema Piave?

Le precedenti amministrazioni tentarono diverse volte di vendere la struttura, ma almeno due aste andarono deserte, per l'importo di base di 12 e 10 mln. Si può ragionevolmente pensare che il valore attuale dell'immobile si aggiri sugli 8 mln: prendiamo questa cifra come base per qualche conto.

Per una quindicina d'anni le precedenti amministrazioni non ne fecero nulla: non vendita, non affitto, non utilizzo. Quanto hanno perso di mancati introiti possibili le casse comunali? È troppo pensare al 10% del valore complessivo all'anno? Facciamo il 5%?

Per una quindicina d'anni la struttura non venne manutenuta in alcun modo, a parte rifare i servizi igienici. Ci piove dentro, c'era guano di piccione ovunque, muri ammuffiti. Quanto hanno perso di valore quegli immobili? Diciamo il 10%? Se dovessi comprare una casa in quelle condizioni pretenderei uno sconto molto maggiore del 10%, ma restiamo bassi.

Dentro i vani sono stati accatastati beni di proprietà del comune e anche no: ci sono i dischi e altro materiale della fu fonoteca comunale, biciclette, mobili, attrezzature. Direi, ma ovviamente è una stima del tutto personale, almeno 100,000 €. Non è tuttavia possibile sapere cosa dovrebbe esserci, né tantomeno cosa manca, perché non esiste un registro, un inventario. Se la caserma Piave era utilizzata come discarica, come tale andava gestita (ma perché buttare i vinili della fonoteca in discarica?); se era un deposito pure. Invece tutto quel materiale è stato buttato là dentro a casaccio.

Amianto. In un quartiere densamente abitato, con tanto di scuola, ci sono delle lastre d'amianto abbandonate. Il collettivo ha piazzato delle transenne onde impedire di avvicinarsi e le ha coperte, probabilmente sono più al sicuro ora di un paio di mesi fa. Il danno dell'amianto non è quantificabile, come purtroppo abbiamo appreso da recenti sentenze.

Abbiamo quindi perdite di valore e mancati introiti per una cifra vicina al valore totale della struttura: il 5% annuo per il mancato utilizzo dà un totale di 6mln, il 10% di perdita di valore dà altri 800,000€, approssimativamente 100,000€ di materiale abbandonato e deteriorato. Fanno quasi 7mln di euro di danni. Sembrano troppi? Facciamo metà?

A questo punto arriva il collettivo. Vengono sistemati tetti e grondaie delle strutture utilizzate, imbiancati i muri, l'impianto elettrico viene revisionato. Gli alberi e i rami pericolosi sono stati tagliati e tutto la sterpaglia è stata sfalciata. A costo zero per le casse comunali, utilizzando tuttavia l'allacciamento trovato in loco per la corrente elettrica (che quindi il comune pagava, visto che sono state trovate luci accese giorno e notte, pure se la Caserma era vuota e abbandonata). In ogni caso, il collettivo ha provveduto a versare, a titolo di anticipo sulle spese di corrente, 100€ raccolti in autofinanziamento, in attesa della definizione del consumo effettivo.

Qual è, a conti fatti, il vero costo della Caserma Piave? La presenza di un collettivo che recupera e mette a disposizione spazi e attrezzature altrimenti destinate alla rovina, o i mancati introiti negli ultimi decenni? Se ZTL, anzi Django, deve pagare quanto ha consumato (cosa che il collettivo è peraltro più che disposto a fare, a quanto risulta), quanto dovrebbero risarcire certi amministratori? Pensino a questo, invece di comportarsi in modo miserabile facendo sceneggiate indegne in sedi del tutto improprie.



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